Bettinelli-tifosi, spettacolo allo stadio

Il carisma di , che mastica calcio e Varese da sempre, è quello dei grandi saggi. All’indomani della sconfitta con il Carpi – un 2-4 che brucia molto – il condottiero del Varese si ferma a parlare con i tifosi che muovono appunti tecnici. Bettinelli risponde con lucidità ed equilibrio, aprendo anche quelle menti offuscate dal pregiudizio e dai preconcetti.

Nell’epoca del tweet facile, in cui tutti – anche chi non è mai presente agli allenamenti dei biancorossi o addirittura non partecipa nemmeno alle partite casalinghe (figuriamoci alle trasferte) – può dire tutto, si sono lette tante oscenità sul passo falso di Carpi. C’è chi ha criticato i cambi attuati da Bettinelli, non capendo che erano obbligati viste le assenze di cinque giocatori di spessore come gli attaccanti , e e gli esterni e .

Il terzino sinistro è andato in difficoltà, e allora perché Bettinelli non lo ha sostituito con ? Rispondiamo noi: per non bruciare un ragazzo di 19 anni che, pur essendo bravino in fase di costruzione, non è certo un’aquila in fase di contenimento.

Altra critica: «Non puoi togliere il tuo unico attaccante quando stai perdendo». Il riferimento è a : peccato che il croato fosse andato in difficoltà, mettendo, a sua volta, in difficoltà i compagni. Ad esempio, era il suo rientro (e quello di ) che doveva facilitare (perdonate il gioco di parole) la vita a De Vito, andato in affanno, dunque, non solo per colpa sua.

E poi sapete quante partite ha giocato Petkovic l’anno scorso col Catania? Fra prima squadra, Primavera e Coppa Italia Primavera appena 12: può darsi che non avesse i 90 minuti nelle gambe.

Gettare la croce addosso al Varese e ai giocatori è ingiusto ma Bettinelli non è un tipo che fugge dalle proprie responsabilità e, soprattutto, non cerca mai scuse. Il suo atteggiamento è sempre positivo e propositivo. La sua prima sconfitta in 8 impegni ufficiali (compresi i playout con il Novara e le due gare di quest’anno in Coppa con Juve Stabia ed Entella) non è un dramma. Tutti i biancorossi lo sanno e la mezz’ora passata nello spogliatoio a parlare con il loro allenatore è stata senz’altro costruttiva, ricordando la consuetudine inaugurata da e da , implacabili nel cementare lo spogliatoio, guardandosi negli occhi e nel cuore, dopo ogni sconfitta.

Che cosa avrà detto ieri Bettinelli ai suoi? Possiamo solo immaginarlo, ricordando i tanti insegnamenti che ha saputo darci il tecnico in tutti i suoi anni in biancorosso, spesi fra settore giovanile e prima squadra. Bettinelli avrà sicuramente insistito sul lavoro: «Se vuoi vincere devi pensare da vincente e per vincere non basta il talento, che non è proprio niente se non viene alimentato, giorno per giorno, con il sudore».

Ma non si vince mai da soli: «Condividere una vittoria con i compagni è più appagante di qualunque altra cosa perché se voglio vincere non devo avere paura di perdere, se voglio fare giusto non devo avere paura di sbagliare, perché non sono uno che scende in campo subendo gli eventi, ma sono uno che gli eventi li scatena. Perché se ho un problema non mi abbatto mai ma vado a cercare la soluzione. Perché anche se perdo una partita non mi sento uno sconfitto perché quella partita l’ho giocando dando tutto me stesso». Immaginiamo anche che Bettinelli abbia ribadito la bellezza del calcio che, come ci aveva detto una volta, è questa: «C’è sempre un’altra partita e quindi c’è sempre bisogno di una conferma, se in quella precedente hai fatto bene, o di una rivincita, se hai perso».

Sabato arriva il Lanciano che al Franco Ossola ha sempre vinto ma, questa volta, troverà un Varese ferito e disposto a tutto pur di rialzarsi dallo scivolone di Carpi. Noi ne siamo già sicuri: i biancorossi ce la faranno.

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