Gruppo Ovs: addio a Coin? Possibile, ma non a Varese

Grandi cambiamenti in arrivo per il gruppo Ovs, ma a Varese tutto resterà com’è. Perché, nonostante la crisi, in città i punti vendita del gruppo sono ormai una specie di istituzione dello shopping, e i varesini, pur osando meno di altri anni, non li hanno traditi.

Entro metà ottobre è atteso il via libera di Consob e Borsa Italiana per la quotazione in borsa del gruppo Ovs. Un marchio che a Varese vanta un punto vendita per quattro delle cinque catene rappresentate: Ovs, in piazza Monte Grappa, Iana, in piazza Repubblica, Upim in via Milano e Coin, in piazza XX settembre. La quotazione a piazza Affari del gruppo prevede un collocamento presso investitori istituzionali americani, e in Borsa arriverà società con 1,13 miliardi di fatturato, un ebitda (un indicatore importante per determinare il valore di un’azienda) di 150 milioni e 1.031 negozi tra le insegne Ovs, Kids, Upim e Iana.

Sono i negozi ad insegna Coin, però, ad essere sotto la lente di ingrandimento. Durante l’estate si sono fatti avanti alcuni fondi di private equity internazionali specializzati in rilanci aziendali, interessati ad un investimento: hanno notato, però, che un centinaio di negozi a marchio Coin, o con marchi strettamente legati a questo ramo del gruppo, non hanno riportato le stesse performance dei cugini Ovs. È partita quindi un’operazione di taglio dei costi, per rilanciare l’azienda rinunciando il meno possibile ai punti vendita che, spesso, sono in punti a grande visibilità di grandi città italiane. La possibilità che qualche negozio venga venduto, quindi, è reale.

A Varese, però, i negozi del gruppo non corrono questo rischio: le posizioni ormai «storiche» in città, i marchi riconosciuti, l’assortimento e la capacità di seguire i clienti hanno dato modo ai punti vendita di mantenere le performance entro le aspettative. Mentre i colleghi «piccoli» lamentano una diminuzione dei consumi che i saldi non sono riusciti a compensare, nel grande negozio di piazza XX settembre si respira un’aria diversa: perfino in pausa pranzo, a saldi ormai finiti, qualche cliente si avventura tra gli scaffali a caccia di offerte, o per tenere d’occhio i primi arrivi per l’autunno.

Se Varese è tranquilla, però, così non è per altre sedi: l’operazione per l’entrata in borsa del ramo Ovs è strettamente connessa, com’è ovvio, con il destino della parte Coin del gruppo, e il valore degli immobili potrebbe essere decisivo per le due realtà e per l’azione del fondo di private equity. Il complesso meccanismo si è messo in moto, comunque, e per novembre dovrebbero iniziare a vedersi i risultati definitivi. Intanto, a Varese, lo shopping continua, nonostante la crisi e le complesse operazioni di finanza che coinvolgono gli alti vertici di alcuni dei marchi più amati dai varesini.

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