– “Nel mezzo del cammin di nostra preparazione” i risultati contano poco. Valgono molto di più le sensazioni, gli spunti che i match in cui il punteggio è solo un corredo sono in grado di dare, gli aspetti – positivi e negativi – che emergono da quelle che sono le prime fatiche svolte in modo corale.
La vulgata comune celebra, ancora e senza sosta, il percorso pre-campionato degli Indimenticabili di Vitucci (solo vittorie), trovandovi la chiave della stagione semi-perfetta che seguì. Forse è vero, come è vero – però – che esempi di senso contrario se ne potrebbero fare a bizzeffe (e non solo varesini). La verità autentica è che ogni paragone è impossibile, oltre che probabilmente ingiusto: il ruolino di marcia settembrino sconta di una variabilità di fattori da analizzare con cura certosina. Affinché non siano fuorvianti, nel bene e nel male.
Il bilancio del trofeo Gianluca Cardelli (vittoria contro Bologna, sconfitta contro Pistoia a distanza di neanche 24 ore) lo facciamo analizzare dalla sola voce in capitolo possibile in questo momento: quella di Paolo Moretti. L’allenatore biancorosso è un Virgilio che guida il commento di prestazioni lontane dagli occhi e quindi anche dalla penna.
Com’è andata coach? «Parliamo di due partite profondamente diverse l’una dall’altra. La prima si è giocata fra due squadre che si sono equivalse sia a livello di atletismo che di condizione generale, la seconda è stata caratterizzata da un gap troppo evidente che influenza qualsiasi giudizio». La spiegazione del perché è conseguente: «E’ stato il nostro terzo impegno in quattro giorni, eravamo senza Shepherd e Varanauskas e siamo stati senza Galloway in corso d’opera, trovandoci quindi in notevoli difficoltà tecniche nel reparto esterni. Non conosco e non posso giudicare il tipo di preparazione che sta effettuando Pistoia: so solo che i nostri carichi di lavoro non finiranno prima della prossima settimana».
Fatta la premessa, ecco che gli spunti si ricavano più dalla prima che dalla seconda, e non perché è stata una vittoria: «Aspetti positivi, in cui comprendo la capacità di contrapporci all’avversario pur in mezzo a tanti errori, e aspetti negativi, come tutto ciò che deriva dalla mancanza di conoscenza reciproca. Del match contro Pistoia, invece, dico solo che finché abbiamo resistito fisicamente siamo rimasti in partita. E mi è piaciuta la reazione quando siamo finiti sotto di 24 punti».
In generale sono stati due test utili per verificare la risposta dei giocatori alle consegne, in primis difensive: «Uno degli obbiettivi di squadra è quello di mantenere alta l’aggressività e l’intensità dietro, rendendo difficile la circolazione di palla avversaria. Troppi rimbalzi concessi? Si deve forse ai cambi sistematici, ma sono valutazioni tecniche che non voglio ancora fare, visto il momento che stiamo vivendo».
Meglio cercare di capire le condizioni di Shepherd e Galloway: «Per entrambi aspettiamo il responso medico. Jevohn ha avuto un risentimento muscolare nella gara contro Bologna, Ramon ha subito un colpo alla parte alta della coscia in un’azione contro Pistoia. Abbiamo preferito non rischiarlo nella seconda parte». E confessare le prime emozioni provate da ex: «Tante, per l’affetto ricevuto dal tifo organizzato, dal pubblico in generale e da coloro che sono stati i miei collaboratori per sei anni. Diciamo che ho fatto un primo passo nel prepararmi a quello che saranno gli incontri di campionato».
Oggi si ricomincerà a faticare al Palawhirlpool con una doppia seduta, in vista dell’impegno di domani in programma a Gorla Maggiore contro Legnano (ore 20.30) nel Memorial Fabio Porta. Sarà un’altra tappa verso l’uscita da una selva oscura che si chiama pre-campionato, l’incomprensibile ma indispensabile girotondo per rimanere in equilibrio quando conterà davvero.