La strada è lunga, il lavoro appena (ri)cominciato, le idee chiare: il Varese vuole crescere e tornare grande. O meglio, tra i grandi. Ci tiene la società, lo vogliono i giocatori, lo sognano i tifosi. Servono sacrificio, orgoglio, coraggio. Unione. Servono leader, che si prendano le responsabilità, amando la maglia e trascinando i compagni. E campioni, che decidano le partite, illuminando il Franco Ossola e esaltando
i tifosi. Un’idea ce l’abbiamo. Il pubblico biancorosso lo venera, gli avversari ce lo invidiano, i compagni si fidano di lui. Veste il 10, di nome fa Marco. Ha un sogno e vuole meritarselo, sapendo di poter contare su una tifoseria unica. E promette, a nome suo e dei compagni, impegno assoluto verso l’obiettivo: tornare grande. O meglio, tra i grandi. Con il suo Varese.
Abbiamo analizzato con il mister la sconfitta. Prendere gol, soprattutto il secondo su rigore, nel momento in cui stavamo facendo la partita, ci ha tagliato le gambe. Ma la reazione del secondo tempo è stata importante: la squadra ha carattere e voglia. Abbiamo perso, e ci brucia, ma non abbiamo fatto male.
La serie D è difficile, per tutti: 4 punti non sono tanti e la strada è lunga. Noi dobbiamo migliorare e lavorare, senza fare drammi. Sapendo di essere il Varese.
Rispettiamo le decisioni della società e facciamo di tutto per adattarci al più presto. Baiano ha un’idea di calcio precisa: gioco d’attacco, alta intensità; e anche i metodi di allenamento sono cambiati. Serve un po’ di tempo per assimilarla La squadra è forte, deve trovare la sua identità.
Non sto facendo benissimo, sono il primo a dirlo. Non arrivo ancora al meglio nella zona dove trovare gol o assist. Né io, né la squadra: costruiamo troppo poco. Mi sento responsabile e per questo lavoro, e lavoriamo: con il massimo impegno.
Mi ha fatto piacere: ha fiducia e si aspetta molto da me. Mi ha chiesto sacrifici per dare l’esempio ai compagni. Sono pronto.
No, mi va benissimo, l’ho già fatto in passato. E gioco dove mi viene chiesto: per il mister e per il Varese. Anche in porta. Serve impegno, lavoro ed equilibrio per trovare le giuste giocate: i movimenti, la costruzione dell’azione da dietro… Non vengono subito, in due partite. Rimaniamo compatti, diamoci una mano. Il gruppo è unito. E ci crede.
Sì. E anche Calzi le calcia bene. Chi se la sente, tira. Domenica ho preso il palo: che sfiga… Avrebbe potuto cambiare la partita.
Ci siamo conosciuti qui ed è nata una bella amicizia, che va oltre il calcio. “Pira” è un ottimo giocatore e crediamo in lui; ha avuto poco spazio e non è facile trovare subito continuità: domenica ha dato tanto, lottando su tutti i palloni, ma se non creiamo abbastanza occasioni, la colpa non è solo sua. “Andre” ha una forza fisica impressionante ed è centrale nel progetto: sarà fondamentale. “Visco” è rientrato da un infortunio e le sue qualità le conosciamo tutti: è un grande difensore.
Vincere. Per e con i nostri tifosi: sempre presenti, numerosi, bollenti. Ci chiedono di onorare la maglia: noi in campo e facciamo di tutto per vincere. L’impegno e l’orgoglio di vestire questi colori non mancheranno mai. Abbiamo bisogno di loro, soprattutto nelle difficoltà. Sappiamo di poter contare su di loro, sempre.
Me la immagino, eccome. E se tutto va come vogliamo vada, spero che la immagini anche la società. È un sogno. Che voglio meritarmi.