«Quando a Masnago vinsi la Roubaix»

Era il 19 agosto del 1994, un venerdì canicolare. Si correva la 74ª edizione della Tre Valli Varesine. Non una gara qualsiasi, bensì una storica premondiale alla vigilia di una rassegna iridata che si disputava in casa azzurra, ad Agrigento.

In entrambi gli appuntamenti, il protagonista fu uno solo: Claudio Chiappucci. Era la nazionale di Martini, contava sul miglior Diablo di sempre. Trionfò lui alla Tre Valli, superando in volata il russo Bobrik al velodromo di Masnago. Attorno a lui uno stadio pieno, uno scenario perfetto: un varesino che vince davanti ai varesini.

Claudio Chiappucci ci racconta quell’impresa, che fece da antipasto all’argento di Agrigento: «Del Trittico la Tre Valli è sempre stata la gara che sentivo di più. La preparavo al meglio, davo il massimo. Era anche quella più adatta alle mie caratteristiche. Fu un arrivo a due bellissimo, io e Bobrik. Nello stadio, sull’anello in cemento, sembrava di essere veramente alla Roubaix. Infatti era stata una corsa impegnativa, con la salita del Sasso di Gavirate».

Proprio lì, Chiappucci decise di attaccare: «Era il punto più duro, ci provai. Rimase a ruota solo Bobrik, poi lo battei in volata nello stadio. Una sensazione bellissima: fu il mio primo ed unico successo alla Tre Valli, in casa. Indimenticabile».

Una gara, la Tre Valli, che proprio in quel fausto 1994 fu per l’ultima volta indicativa premondiale. Poi la gara iridata fu spostata tra ottobre e settembre, allontanandosi al Trittico. Ora, col cambio di data, la Tre Valli Varesine torna premondiale.

Ma a settembre, e non è la stessa cosa: «Sembra poco, invece è una differenza sostanziale. Essere una gara premondiale garantisce una visibilità ben diversa. Sarà una lotta, soprattutto per coloro che devono guadagnarsi una maglia per Ponferrada. Anche ai miei tempi lo era, in tanti volevano mettersi in mostra per finire sul taccuino del ct ed essere convocati in extremis».

Una tendenza che potrebbe ripetersi quest’anno: «Chiaramente a fare la corsa saranno gli outsider, non certo i big che hanno già la sicurezza del posto in squadra. La Tre Valli servirà a Cassani per fare la squadra, quindi vedremo davanti quei corridori che lottano per entrare negli undici al Mondiale spagnolo».

Davide Cassani diramerà la sua prima squadra iridata proprio dopo l’appuntamento varesino. Ci sarà sicuramente Vincenzo Nibali, maglia gialla al Tour, e c’è molta curiosità attorno al messinese. Il percorso spagnolo non è proprio adatto alle sue caratteristiche, ma il capitano potrebbe essere lui: «Se è in forma come al Tour, ogni percorso può andar bene – afferma il Diablo – di certo l’Italia non deve commettere l’errore di far arrivare la corsa in volata, perché farebbe il gioco di altre nazionali. Gli azzurri devono cercare di entrare nelle fughe: sarà fondamentale correre all’attacco, non essere troppo attendisti».

Claudio ha però i suoi favoriti: «Gli spagnoli, anche perché noi non abbiamo tanti corridori di fondo. Non dobbiamo fare il loro gioco, e soprattutto, ripeto, dobbiamo evitare lo sprint».

C’è un azzurro che sta facendo faville proprio in terra di Spagna, alla Vuelta: il sardo Fabio Aru, che, dopo aver entusiasmato al Giro d’Italia, si sta confermando a livelli altissimi anche contro i più forti corridore al mondo. E rappresenta il futuro per l’Italia del pedale: «È giovane, ha ancora tanto da imparare e da migliorare. In salita va, lo abbiamo visto. Però deve crescere nelle cronometro, perché non troverà sempre cronoscalate. Deve sapersi difendere su ogni terreno».

Finita la Vuelta, Aru correrà la Tre Valli e si giocherà una maglia per Ponferrada, per chiudere al meglio una stagione di per sé fantastica: «Sinceramente non mi pare un corridore da Mondiale, ma più da corse a tappe. Se ci sarà, credo che correrò al servizio del capitano, che presumo sia Nibali».

Secondo l’uboldese, invece, un favorito per la Tre Valli del 18 settembre non c’è: «Non aspettatevi i big, vincerà uno che si gioca il posto in nazionale». Parola del Diablo.

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