«Può sembrare una banalità, ma è importante avere uno stile di vita corretto per conservare una buona capacità fertile». Marina Bellavia, specialista in Medicina della riproduzione del centro per la fertilità ProCrea di Lugano (www.procrea.ch) ne è convinta: «Togliere la cattiva abitudine del fumo, limitare l’assunzione di alcol, seguire una dieta il più possibile senza grassi saturi non solamente permette di stare meglio, ma anche di mantenere una buona salute riproduttiva soprattutto in un uomo».
La fertilità maschile infatti continua a calare: dimezzata nella seconda metà del secolo scorso, la concentrazione media degli spermatozoi negli anni 2000 è diminuita di circa il 15%. «Stimiamo che circa quattro uomini su dieci nella fascia di età 20 – 45 anni potrebbero avere una bassa qualità del seme, quindi problemi ad avere un figlio», aggiunge Bellavia. Secondo quanto emerge da uno studio danese presentato all’ultimo congresso Eshre (European Society of Human Reproduction Embryology) solamente un uomo su quattro avrebbe una qualità del seme ritenuta ottima; la qualità sarebbe discreta per il 20-30% e questo potrebbe richiedere più tempo per arrivare ad un concepimento; mentre per il 10-15% sarebbe appena sufficiente, ovvero al limite con problemi di infertilità.
«L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce nella norma una concentrazione degli spermatozoi di 15 milioni per millilitro; al di sotto si inizia a parlare di oligospermia, quindi di possibili problemi nell’arrivare ad una gravidanza», prosegue Bellavia. La qualità del seme maschile dipende da diversi fattori. «Sono molti gli elementi che possono influire negativamente: dai fattori ambientali – inquinamento
e sostanze chimiche dannose -, ad alcune plastiche indicate come perturbatori endocrini. Anche la libertà sessuale rappresenta un fattore causale in quanto porta ad una maggiore diffusione di infezioni. Non certo ultimi, errati stili di vita portano ad un peggioramento della qualità del seme, abbassando i tradizionali parametri di concentrazione e motilità degli spermatozoi».
In molti casi il problema è risolvibile: «Anche grazie a nuovi esami specifici, talvolta è sufficiente seguire delle cure mirate, o semplicemente cambiare abitudini di vita, per tornare ad avere una piena salute riproduttiva», prosegue Bellavia. Anche davanti ad una diagnosi di infertilità, con le cura adeguate è possibile avere una paternità naturale. Conclude la specialista di ProCrea: «La fecondazione assistita offre una possibile soluzione anche nei casi più difficili: grazie alle tecniche più moderne uomini considerati un tempo assolutamente sterili, possono diventare padri. Nel 3% delle coppie infertili vi è una condizione di azoospermia: in questi casi la fecondazione eterologa rappresenta una valida possibilità di diventare genitori».