«Casale e Varese, quanta gloria»

Il fondatore Enzo Rosa accoglie i rivali: «Un piacere ritrovarli. E mi ricordo bene le sfide del 1993...»

L’ultimo incrocio tra Varese e Casale risale addirittura a 23 anni fa, era il 1993. Si giocò in Piemonte e la partita fu decisa da Gabriele Ambrosetti. Quel Varese era guidato in panchina da Carletto Soldo, giunse ottavo in classifica in Serie C2 prima che la società decidesse di non iscriversi tra i professionisti l’anno successivo, per ripartire dai dilettanti. Enzo Rosa a quei tempi osservava le

partite dalla curva, e quel Casale-Varese se lo ricorda: «Sì, mi ricordo il gol partita ma allo stesso il mio ricordo è circoscritto anche ad uno scambio di vedute abbastanza acceso con i tifosi avversari. Però quel Varese me lo ricordo, con Bolis e Mosele, vinse anche la gara di andata a Varese per 2-1. Segnarono proprio loro due, prima che il Casale accorciasse il divario».

Un destino da nobili decadute che accomuna sia il Varese che il Casale: «Diciamo che il Casale in questi anni ha avuto una decadenza calcistica maggiore, noi dopo tante cadute siamo sempre tornati in categorie importanti. La società comunque è gloriosa e da parte nostra è un piacere ritrovarla». Altro cenno storico: domenica, causa la squalifica di Baiano, in panchina ci andrà il direttore sportivo Alessandro Merlin. Una situazione che ricorda molto gli anni con Fascetti allenatore e Marotta direttore sportivo. Le squalifiche del primo “costringevano” il secondo a fare da allenatore in pectore. Anche questa è una situazione che Enzo ricorda: «Paradossalmente mi sento di dire che il Merlin di adesso ha più competenza di quella che aveva il Marotta di allora, che diventò direttore sportivo un po’ a caso in quegli anni. Lui era il factotum del Varese e l’avvocato Colantuoni se lo inventò come direttore sportivo. Poi negli anni si dimostrò davvero capace, la dimostrazione ce l’abbiamo davanti agli occhi ora. Merlin è già pronto, sa quello che fa ed ha soprattutto la percezione di ciò che serve a questa squadra. Però la situazione è davvero analoga perché Fascetti come Baiano ora, non aveva un vice, anche perché non ne aveva bisogno».

A proposito di vice, durante la presentazione di Baiano si era parlato di un possibile arrivo in corsa di Marco Chinellato, suo assistente storico. É una possibilità? «Al momento no, perché lo stesso Chinellato aveva dei problemi a raggiungere il mister. Per ora andiamo avanti così però è chiaro che, in caso di riconferma, l’anno prossimo ci si organizzerà in maniera diversa. Prendendo la squadra in corsa il mister giustamente non ha voluto cambiare nulla, anche perché lui nel lavoro sul campo ricorda davvero Fascetti: segue tutto, ogni fase dell’allenamento, non si perde un minuto. Sente l’importanza di questo ruolo, ha la giusta tensione e la squadra lo segue». Tornando al Varese che sconfisse il Casale nel 1993, erano anche gli anni di Capozucca come direttore sportivo. É vero che chiede costantemente informazioni sul Varese? «Sì, è vero. Mi scrisse un messaggio per augurarmi buona fortuna quando rilevammo il Varese nell’estate scorsa, e ha continuato a chiedere aggiornamenti sui biancorossi. Oltretutto, ha scoperto il nostro Federico Zazzi e, avendo Mario Beretta a capo del settore giovanile a Cagliari, dove è ora, mi risulta abbia mandato anche qualche osservatore a Varese per vederlo da vicino».