Tre partite in sette giorni e il Varese non vuole perdere un colpo: alle 15.30 di oggi arriva al Franco Ossola il Fenegrò per la terza giornata del campionato di Eccellenza, mercoledì pomeriggio c’è la trasferta di Coppa Italia in casa della Cisanese e domenica prossima si va a Legnano per uno dei derby lombardi più affascinanti e ricchi di emozione (almeno in questa stagione).
Giuliano Melosi non ha paura del tris d’impegni ravvicinati che, anzi, stimolano il tecnico dei biancorossi, adrenalinico durante la rifinitura mattutina di ieri. Del resto, l’avvio dell’annata è stato stratosferico con quattro vittorie (le due di Coppa Italia contro Tradate e Luciano Manara e le altrettante in campionato in casa del Verbano e contro la Pro Vigevano) e un solo pareggio (in Coppa a Trezzano). Nel clan varesino nessuno vuole fermarsi: «Ma fare meglio di così – avverte Melosi – è difficile». L’allenatore ha tenuto la squadra sulla corda, ha fatto in modo che nessuno dei suoi sottovalutasse l’appuntamento di oggi con il Fenegrò – squadra giovane, molto rapida sulle fasce e ricca di entusiasmo – e non si lamenta delle assenze. Neppure di quella di Carmine Marrazzo alle prese con una dolorosa contrattura (per fortuna l’ecografia ha escluso stiramenti). L’attaccante che ha già segnato dieci gol in cinque partite sembra insostituibile ma se questa convinzione facesse parte dell’ambiente biancorosso la squadra non potrebbe più andare da nessuna parte. Melosi sta lavorando molto sull’aspetto psicologico e ha già fatto capire al gruppo che le vittorie nascono dal noi e non con l’io. Se il Varese di Beppe Sannino è potuto passare dall’ultimo posto della Seconda divisione fino alle soglie della Serie A, lo si deve proprio allo spirito di squadra. Quello che non manca ai giocatori di Melosi e neppure alla società giovane, appena nata dopo il tracollo del vecchio Varese 1910.
La freschezza e vitalità della nuova dirigenza sono encomiabili e oggi lo si potrà leggere nell’iniziativa più bella: il cosiddetto terzo tempo che arriva al Franco Ossola per merito di Sarah Maestri. L’attrice di Luino che, da quest’estate, è diventata responsabile marketing dei biancorossi sogna di vedere uno stadio per famiglie: «Un impegno del campionato di Eccellenza – dice – può essere speciale come una finale di Coppa del mondo se il pallone è interpretato con gioia, condividendolo con gli amici e con la famiglia biancorossa». Oltre alla partita in sé la cosa più speciale che questo pomeriggio potremo vedere sarà lo stadio trasformato in una piazza della città. Nel salotto buono di tutta quanta Varese, pronta a fare festa perché la sua gloriosa squadra di calcio non è morta quest’estate pur sembrando spacciata. Per questo bisogna fare festa, anche con gli avversari, invitati al terzo tempo perché il fair play, la correttezza sono i valori che stanno più a cuore alla nuova dirigenza. Ma la vera festa di oggi per noi sta nel rivedere allo stadio Alfredo Luini. Grazie a Roberto Bof e all’Sos Malnate la sua carrozzina potrà stare di nuovo a bordo campo, nello stesso posto in cui è lì da sempre, di fianco a quella di Luca Alfano. L’Alfredo in Eccellenza c’era già stato come tutti noi che non ci dimentichiamo che cosa significa davvero essere biancorosso fino in fondo: non fermarsi mai neppure quando tutto sembra perduto e anzi rialzarsi subito e correre il più lontano possibile.