L’ansia dei favoriti si batte con un po’ d’incoscienza

Il commento del direttore Andrea Confalonieri dopo la vittoria conquistata dal Varese con il rigore di Capelloni ieri al Franco Ossola su il Fenegrò

Al Varese è bastata una scintilla, ma non basterà una scintilla mercoledì nella battaglia secca di Coppa, né domenica a Legnano. A volte ci facciamo prendere dall’ansia e della paura, come a inizio ripresa, e sembriamo non avere la forza di uscire da questa prigione emotiva. Forse è mancata, oltre a Marrazzo che conterà nelle partite che contano perché apre le difese con la sola presenza, un po’ di spensieratezza: forse a questi ragazzi serve prenderla sì sul serio (di fronte a 1300 abbonati puoi non farlo?) ma con un po’ di sfrontatezza e leggerezza, giocare al calcio sapendo che è anche la cosa più bella, non più assillante, del mondo. Va bene che su quel campo hanno giocato Anastasi e Pavoletti, ma vorremmo vedere i giovani come Pacifico, Zazzi, Cavalcante e lo stesso Lercara (soprattutto i primi tre pagano quest’inconscia pressione) animati da più gioia e piacere, perché solo con gioia e piacere batti l’ansia di dover vincere. Avete i valori, i piedi e l’occasione che altri migliaia di calciatori e ragazzi non hanno: non pensateci, non fatevi urlare nelle orecchie da nessuno, sentitevi liberi di sbagliare

ma non dimenticate il coraggio di osare. Nessuno vi discute: forse pretendiamo troppo, ma dal primo all’ultimo degli spettatori crede in voi anche quando mugugna perché siete di Varese e perché valete. Fregatevene di più di quello che pensano gli altri, fate di testa vostra, correte per la gioia di fare quello che avete sempre sognato di fare. La sensazione arriva da lontano: manca qualcosa in mezzo, una via di mezzo tra il mediano e il trequartista che fa ripartire l’azione velocemente e con le idee chiare quando gli avversari ti schiacciano. Anche per evitare di affidarsi sempre a un’intuizione di Capelloni, a un colpo di Marrazzo, a un numero di Lercara: alla lunga potrebbero non bastare. Qualcuno che non dia l’impressione che questa squadra è o troppo sicura di sé, o troppo impaurita quando gioca in casa. Forse non è né l’una, né l’altra cosa, forse un calo è naturale dopo una preparazione tostissima alla prima di tre gare in sette giorni. Ma noi queste cose le diciamo lo stesso nonostante 3 vittorie, 9 gol fatti e 0 subiti. Le diciamo adesso che ridiamo, per non piangere dopo.