Società sospesa tra passato e futuro

Le dimissioni di Coppa non sono ancora arrivate. Perché? Cosa sta succedendo? Cosa succederà?

Sospesa tra un passato che pesa, un presente apparentemente senza particolari scadenze e un futuro che scalpita, la Pallacanestro Varese sta vivendo dei giorni complicati, come solo quelli che segnano la fine di un’era sanno essere. Ufficialmente non è ancora cambiato nulla ai vertici della vegliarda e rinomata società, ufficiosamente un domani diverso dall’oggi sta già andando a compimento, pur scontando tutta una serie di difficoltà, di silenzi e anche forse di imbarazzi che appaiono elementi fisiologici di ogni passaggio di potere.

I lettori più attenti e i tifosi più interessati avranno certamente notato come le novità sul futuro delle stanze dei bottoni di biancorosso vestite si siano di colpo interrotte dopo lo scoppiettante giovedì post-Cantù, l’ultima partita della stagione giocata dai prodi di Paolo Moretti. Quel giorno uscì la voce dell’abboccamento ormai certo con Claudio Coldebella per il ruolo di direttore generale, contestualmente a quella – mai confermata, ma nemmeno smentita – delle possibili dimissioni del presidente Stefano Coppa, in ogni caso ormai vicino alla scadenza del suo mandato (30 giugno). Gli spifferi sono diventati venti? Non proprio, più che altro brezze. Quelle di un cambiamento che aspetta solo il momento giusto per essere certificato.
Che sia l’ex campione di Bologna, Milano e Aek Atene l’uomo nuovo dei quadri dirigenziali è praticamente un dato di fatto, nonostante il diretto interessato, così come il presidente di Varese nel Cuore Alberto Castelli non abbiano voluto ancora confermare l’investitura. Perché? Perché manca il nero su bianco, un contratto che dovrà essere firmato da quello che sarà il prossimo presidente della Pallacanestro Varese.
E qui si arriva al punto centrale odierno: in attesa di capire chi sarà il futuro numero uno di piazza Monte Grappa c’è da comprendere cosa ne sarà di chi, nella forma e anche in taluna sostanza, piazza Monte Grappa la sta ancora guidando. Non è una situazione facile quella che si sta vivendo ai piani alti della società, protagonisti di una specie di transitorio vuoto di potere.

La questione è soprattutto di facciata, ma – come accennato – ha anche delle implicazioni pratiche (burocrazia da risolvere, pratiche da sbrigare, iscrizioni da compiere). Non si può nascondere che Coppa – pur nel contingente mutismo verso l’esterno – non abbia per nulla gradito l’affaire Coldebella, primo sintomo di un comando che andrà in una direzione diversa dalla sua. Non si possono negare le aspirazioni di una conferma (o del mantenimento di un ruolo importante) coltivate dall’attuale presidente, anche (e forse soprattutto) in virtù del positivo finale di stagione della Openjobmetis.
Non si può celare, non fino in fondo almeno, nemmeno che rapporti professionali a prova di bomba possano essere stati messi quantomeno in difficoltà allo stato attuale. Posta la non aleatoria chance di colpi di scena, il domani biancorosso (comprensivo di nuovo presidente, direttore generale e cda societario) sarà probabilmente svelato al più tardi lunedì 16 maggio, nel corso di un’altra assemblea di Varese nel Cuore. L’ultima di Stefano Coppa?