VARESE Il processo Ruby entra nel processo Fumagalli: l’ex sindaco di Varese come Silvio Berlusconi dopo lo “spacchettamento” della concussione in due reati varato dal Parlamento. E il pubblico ministero Agostino Abate ieri mattina ha preferito prevenire l’insorgere di qualunque diatriba cambiando, a dibattimento non ancora chiuso, il capo di imputazione a carico del due sindaco di Varese Aldo Fumagalli. Il pm, che avrebbe dovuto nell’udienza di ieri discutere il processo e formulare la richiesta di pena a carico dell’imputato, ha invece chiesto la mutazione di una «singola parola all’interno di due capi di imputazione – ha spiegato Abate – La sostituzione di induzione con costrizione. Questo alla luce del recente cambio normativo di alcune sentenze della Cassazione l’ultima delle quali risale a pochi giorni fa». La modifica (promossa dall’allora ministro Severino) trasforma la concussione per induzione in un altro reato “indebita induzione a dare o promettere utilità” con conseguente riduzione della pena (da 4-12 anni a 3-8 anni) e dei tempi di prescrizione; il
reato iniziale si prescrive in 12-15 anni il nuovo in 8 anni. La norma è stata ribattezzata “salva Ruby” in quanto risolve i problemi giudiziari dell’ex premier in merito alla telefonata al funzionario della questura di Milano in cui fu citata la sedicente «nipote di Mubarak». La stessa norma avrebbe potuto alleviare i guai giudiziari di Fumagalli se il pm non avesse cambiato il capo di imputazione evitando in primo luogo di offrire spunti per l’Appello in caso di condanna dell’ex primo cittadino (un motivo d’Appello sostanziale sarebbe infatti rappresentato dall’impossibilità per l’imputato di esercitare il proprio diritto alla difesa in quanto accusato di un reato e condannato per un altro), permettendo al collegio giudicante di motivare senza ostacoli la sentenza e soprattutto eliminando il pericolo prescrizione; prescrizione certa se l’accusa ieri mattina non avesse avanzato le proprie richieste. Il difensore di Fumagalli ha chiesto i termini a difesa. Si torna in aula il 12 marzo per discussione e, forse, sentenza. S. Car.
s.bartolini
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