«Ma quale tesoretto? I suggeritori del candidato del centro-sinistra hanno preso una cantonata». Il day after del dibattito tra i candidati sindaci al Museo del Tessile fa montare la polemica. Il sindaco “smonta” la tesi degli avversari del suo candidato : «Critiche contraddittorie. Delle due l’una: o l’amministrazione fa opere e promesse elettorali, e non le fa né le ha mai fatte in dieci anni, oppure lascia a chi verrà un “tesoretto”, che peraltro non c’è». Quando Farioli, “convitato di pietra” al confronto, ha saputo che aveva parlato di «tesoretto da otto milioni, di cui cinque da spendere per l’ex Borri», gli è andato di traverso il boccone della cena. «In campagna elettorale capitano gli svarioni, più o meno consapevoli, ma superare il principio di non contraddizione logica mi sembra persino eccessivo – commenta Farioli – da un lato si dice che si fanno opere e promesse elettorali, quando tutti gli atti sono pubblici e trasparenti e questa amministrazione, e di certo questo sindaco, in dieci anni non hanno mai usato la parola “promessa”, consapevole che, come diceva il mio maestro a scuola, “spero, promitto e iuro si coniugano all’infinito futuro”, dall’altro non c’è alcun tesoretto». Gli
otto milioni citati da Castiglioni sono «spazi di manovra» per accendere dei mutui, non soldi da spendere cash: «Quel che è vero – precisa Farioli – è che esiste, a garanzia di chi verrà dopo di noi, quello che questa amministrazione ha fatto, a differenza di tutte le altre governate dalla sinistra, soprattutto nei dintorni di Busto, lasciando una grande solidità economico-finanziaria, certificata il 18 aprile scorso a Londra e Milano contemporaneamente dall’agenzia di rating Fitch, in una relazione in cui si dice semplicemente che chi vorrà investire, anche assumendo fino a otto milioni di euro tra il 2015 e il 2016, avrebbe uguale solidità economico/finanziaria. Da qui a parlare di tesoretto nascosto non solo ce ne corre, ma mi sembra veramente che qualcuno non conosca e non ha letto o i suoi suggeritori sono in malafede o sono incapaci di intendere e di volere». Smentite in arrivo anche rispetto agli attacchi del candidato del Movimento Cinque Stelle sui «soli 14 tra palazzi ed edifici pubblici allacciati al teleriscaldamento realizzato da Agesp Energia». Emanuele Antonelli si è informato e replica: «Non sono 14 ma 120. Se Genoni vuole un confronto pubblico su questo tema, sono sempre disponibile».