Pro Patria, quale futuro? Siamo andati a chiederlo ai cinque candidati sindaco

Calcio - Per ricostruire un simbolo della città (quasi) tutti promettono collaborazione. Su eventuali “aiuti” invece...

La Pro Patria e i candidati sindaco di Busto. Prendendo spunto da quanto accaduto l’anno scorso a Varese – con l’intervento diretto del sindaco Attilio Fontana e del consigliere Piero Galparoli, determinante per la rinascita della società biancorossa – abbiamo chiesto ai cinque aspiranti alla poltrona più importante di Palazzo Gilardoni le loro idee, proposte e progetti riguardo a quello che, nonostante tutto, rimane un simbolo di Busto Arsizio: la Pro Patria calcio. Le risposte sono molto variegate (l’ordine dei candidati è rigorosamente alfabetico).

(Forza Italia, Fratelli d’Italia-An, Busto Grande, Lega Nord, Indipendenti di Centro, Antonelli per Busto Arsizio): «Seppure un po’ decaduta sul piano dei risultati sportivi, la Pro Patria rimane un simbolo di Busto, e noi non dimentichiamo il passato – premette Antonelli – Conosco personalmente l’a.d. Patrizia Testa e so che è una persona seria. Per realizzare qualcosa di importante ha bisogno di una mano da parte del territorio. Cosa può fare l’amministrazione comunale? – si chiede Antonelli – Sicuramente saremo vicini alla Pro Patria. Come si possa contribuire concretamente, però, è una questione che non ho ancora approfondito: prima devo capire cosa si può fare oggi, e cosa non è stato possibile fare in passato. L’idea che ha avuto Galparoli a Varese è bella, e non sarebbe male proporla anche a Busto, attivando sottoscrizioni tra i cittadini, o coinvolgerli direttamente nella gestione della società: in quel caso l’amministrazione farebbe volentieri da collante, da trait d’union tra i soggetti interessati. Nei limiti delle nostre competenze, se potremo dare una mano alla Pro Patria, la daremo».

(Movimento per Busto): «Da figlio del commendator Ugo Brasca, fondatore del Pro Patria Club nel 1969, non posso che garantire un supporto alla Pro Patria – assicura Brasca – Non sono un politico di professione e quindi non faccio promesse, ma una cosa posso dirla: se come amministrazione avremo la possibilità di dare un contributo alle società sportive, il primo in assoluto andrà alla Pro Patria. Vederla ridotta nelle condizioni attuali, per me è una

pugnalata al cuore. Mi spiace che la precedente amministrazione abbia promesso cose che poi non è stata in grado di mantenere. Eppure 100 mila euro in più o in meno non spostano il bilancio di un Comune. La Pro Patria è in difficoltà e la signora Testa va aiutata. Un supporto dovrebbe essere dato anche per la creazione di nuovi campi: quelli che ci sono adesso attorno allo “Speroni” fanno schifo, sono campi di patate».

(Pd, Busto al Centro-Castiglioni Sindaco, Verdi, Cittadini per Busto): «Come ex presidente dell’Assb, prima ancora che da medico sociale della Pro Patria, ritengo fondamentale incentivare lo sport – spiega Castiglioni – Non è mia abitudine fare promesse che poi non possono essere mantenute, come purtroppo è successo con l’amministrazione uscente. Quello che si può fare è riunire attorno a un tavolo le forze imprenditoriali del territorio, per fare in modo che qualcuno possa affiancare Patrizia Testa, che è persona affidabilissima. L’amministrazione può essere tramite e collante tra i vari soggetti. Un’altra funzione che chi governa la città potrebbe avere è quella di incentivare i cittadini a riempire lo “Speroni”: penso soprattutto al coinvolgimento dei giovani e delle scuole, sull’esempio di quel che ha fatto l’Unendo Yamamay. Infine lavorerei per favorire i rapporti tra la Pro Patria e le altre società calcistiche di Busto: nei momenti difficili bisogna unire le forze».

(Movimento 5 Stelle): «Quel che può fare l’amministrazione comunale è ragionare in termini di relazioni con la Pro Patria, che certamente ci saranno. Se si presentasse la necessità di mettere in contatto le forze imprenditoriali interessate a dare un supporto alla società, nessun problema: lo faremo. Niente di più, però, perché la Pro Patria è pur sempre un soggetto privato – puntualizza Genoni – Inutile perciò promettere supporti di tipo economico, perché quelli non potremo darli. Meglio essere chiari su questo punto, anche per evitare i malintesi e i problemi sorti in questi anni con le varie proprietà della Pro Patria»

(Busto a Sinistra): «Abbiamo altre priorità. Mi pare che a livello sociale ci siano problemi più importanti da affrontare. Perciò non abbiamo preso in considerazione questo tema nel nostro programma. Del resto – aggiunge Rossi – non mi pare che, anche in passato, quelli che hanno detto di voler fare qualcosa per la Pro Patria, siano poi stati capaci di risolvere i problemi. La Pro Patria calcio avrà il suo destino, che dipenderà dai suoi soci; non ritengo che il Comune possa o debba fare qualcosa, se non capire quali siano le difficoltà. Catalizzare le forze del territorio? Se la situazione è questa, evidentemente gli imprenditori locali non sono interessati a fare investimenti in questa direzione».