– Il ristorante del circolo di Bizzozero diventa Eat Art, un locale con tante anime diverse quante sono le passioni del nuovo titolare Gabriele Morandi. Stiamo parlando di un cuoco artista. Un varesino doc che, dopo aver indossato la divisa del soldato, ha deciso di aprire il locale che manca a Varese, «un posto dove stare insieme in modo genuino, anche cantando alla “Battisti maniera”».
«La parola chiave per capire la filosofia del mio locale è “sincerità” – spiega Morandi – Quella che ho in mente è una cucina semplice, dove si mangia bene ma senza i fronzoli di un ristorante stellato, e dove si può fare una “schitarrata” con gli amici quando se ne ha voglia». «Eat Art sarà un locale da vivere, senza macchinette per il video poker, ma con libri, musica, corsi di cucina e di arte ed eventi culturali. Un locale dove la cucina deve emozionare come diceva Auguste Escoffier».
Il risto-bar di via Monte Generoso 7, nell’arredamento e nel logo, richiama la Varese di un tempo. Sulla parete esterna sarà realizzato un disegno in stile Liberty, una scelta che rimanda alla Belle Époque. «La mia attività di ristorazione parte da un lavoro di riscoperta del territorio e delle sue origini, da qui il richiamo al Liberty, ma anche alla storia del locale che fu costruito nel 1905 e che è sempre stato un luogo di aggregazione per il quartiere» dice Morandi.
Già nel nome, «Eat Art», Morandi intende far confluire il gusto del mangiar bene e la fascinazione dell’arte. Il progetto è la sintesi del suo curriculum: «Ho iniziato al Verderamo di Castello Cabiaglio, lavando i piatti. E’ stato il titolare Luigi Secco ad insegnarmi tutto quello che serve sapere. Poi ho formalizzato la preparazione al Cfp, frequentando le serali». «Le materie umanistiche, invece, le ho approfondite prendendo il diploma di maturità al liceo socio-psicopedagogico Manzoni come privatista. E poi iscrivendomi al corso di laurea in lettere e filologia letteraria a Milano. Adesso la scommessa sarà trovare il tempo per studiare e terminare gli esami, ma voglio mettercela tutta perché mi interessa approfondire la storia della lingua».
Gabriele ha trascorso 20 anni nell’esercito, nel reparto di sanità, partecipando a missioni umanitarie all’estero, tra cui i Balcani. «Un periodo intenso, che mi ha fatto invecchiare – racconta – E che mi ha fatto capire che le cose di cui ci preoccupiamo nella quotidianità, in realtà, non sono veri problemi».
Il locale è già aperto, ma solo con il bar. Sabato 28 maggio ci sarà una grande inaugurazione con diverse soprese e musica dal vivo. Da quel giorno in avanti sarà aperta anche la cucina. Per pranzo Eat Art proporrà un menù a prezzo contenuto pensato per studenti e lavoratori che hanno esigenza di mangiare velocemente. Per la sera ci sarà l’imbarazzo della scelta, «cose semplici e di qualità, come diceva Pellegrino Artusi». Il menù comprenderà anche proposte per vegetariani e vegani. L’aperitivo sarà accompagnato da pietanze calde e fredde, preparate al momento. Il pane è cotto al forno, il vino del territorio e «rigorosamente sincero». Sincero proprio come Eat Art.