La Gioeubia brucia in piazza Busto tra tradizione e sapori

BUSTO ARSIZIO Le cento Gioeubie di Busto sfidano la nebbia e le polemiche. E per una sera la città si ritrova nelle piazze e nelle strade dei quartieri per celebrare l’antico rito. In piazza Venzaghi, dove sono state date al rogo le Gioeubie delle varie associazioni (Ul 45, Ul 47, Bianca Garavaglia, Gruppo Alpini, Famiglia Bustocca, Giovani Padani e il pittore podista Massimiliano Rossetto), si sono toccati come ogni anno i temi dell’attualità locale e nazionale, dalla cura del governo Monti, rappresentato come un medico che succhia il sangue e che pratica il “trattamento esodati”, alla vicenda ancora senza fine del Palaghiaccio di Beata Giuliana, fino al problema della disoccupazione.

Nei quartieri i fantocci sono stati bruciati in serie, da San Giuseppe a Borsano, da Madonna Regina ai Frati, mentre Comunità Giovanile ha bruciato l’immobilismo, chiedendosi “in un anno…cosa è cambiato?” e lasciando libero sfogo alle riflessioni da scrivere su un cubo bianco. Alla fine, polenta e bruscitti per tutti a un euro a porzione, anche se la tradizione vuole che il giorno della Gioeubia si trascorra mangiando risott e luganiga.

In un cantuccio invece sono finite le polemiche di Legambiente, che aveva contestato le cataste di materiale da differenziare, chiedendo «cento Gioeubie all’insegna della tradizione», che bruciassero solo fascine di legno e vecchi stracci. L’amministrazione, invece di un’ordinanza, ha rivolto un invito pubblico al rispetto delle normative, che prevedono che «non si utilizzi materiale plastico o altri materiali che possano generare combustioni pericolose o emissioni tossico-nocive nell’atmosfera» e che i roghi siano transennati e in sicurezza.
Andrea Aliverti

b.melazzini

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