Il primo «Lazzaro» nel 2012 Coinvolse moglie e suocera

L’inchiesta Lazzaro non è ancora finita: al vaglio degli inquirenti ci sono ora le posizioni di alcuni professionisti (per la maggior parte medici) che hanno per anni attestato l’invalidità di falsi ciechi e finti inabili al lavoro al 100%. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Agostino Abate ad oggi ha smascherato otto falsi invalidi (compresi gli ultimi cinque) tutti denunciati per truffa ai danni dello stato, con loro sono state denunciate altre quattro persone per concorso nella truffa, accertando un danno alle casse dello stato per oltre 520 mila euro.Il caso più eclatante risale al febbraio 2012 quando nell’ambito dell’indagine i finanzieri della compagnia di Gaggiolo denunciaro un uomo di 58 anni «totalmente impossibilitato a muoversi» che aveva coinvolto nel giochetto anche la moglie e la suocera. L’invalido è risultato essere proprietario di sei immobili tra Varese e Malnate; avrebbe causato un danno alle casse dello stato pari a 100 mila euro. In casa i militari delle fiamme giallo gli trovarono

quasi 17 mila euro in contanti. L’invalidità era totalmente fasulla; la vita da nababbo era invece reale. L’uomo era riuscito per anni ad ingannare i medici e i funzionari dell’Inps e ad ottenere non soltanto la pensione di invalidità per se stesso ma anche una pensione di accompagnamento per la moglie rumena. Il fatto sarebbe già grave, ma tocca la sfera dell’incredibile se si pensa che sempre lui, filmato mentre guidava e camminava tranquillamente, incassava una pensione erogata dall’ente italiano in favore della suocera. E stava per ottenere una pensione di accompagnamento per la presunta infermità dell’anziana familiare che, però, viveva tranquillamente in Romania e in Italia non ci aveva mai messo piede. Con lui sono state denunciate la moglie e la suocera; parrebbe che alle visite di controllo l’uomo mettesse in scena una simulazione perfetta: immobile sulla carrozzella, tremava e sbavava per tutto il tempo della visita. Una volta fuori si alzava e si metteva tranquillamente alla guida dell’auto.

f.artina

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