Nella pancia del Campo dei Fiori «C’è ancora tanto da esplorare»

Due giorni all’interno del “pancia” del Parco Campo dei Fiori. La passione per speleologia ha unito due gruppi, il “Gruppo Grotte Cai Gallarate” e il team “Unex Project”, nella spedizione all’interno della Grotta G.V. Schiaparelli.

– Sabato 29 e domenica 30 novembre la squadra composta rispettivamente da e (Unex Project) unitamente a e (Gruppo Grotte Cai Gallarate) si è spinta nelle viscere della Terra, organizzando una discesa sino al fondo della grotta, la più profonda del Campo dei Fiori.Spedizione che per la sua complessità tecnica e fisica non veniva affrontata da oltre 10 anni, con l’obiettivo principale di valutare lo stato attuale dei luoghi e la presenza di ulteriori eventuali prosecuzioni della grotta stessa.Per poter svolgere la spedizione in sicurezza è stato necessario attendere il cessare delle forti piogge delle ultime settimane nonché verificare con un’uscita preliminare che il funzionamento del cavo telefonico (e delle relative scatole di derivazione, installate ormai oltre 15 anni fa) disposto lungo il percorso fino a

circa 3/5 della grotta fosse efficace. Alle 9.30 di sabato scorso è iniziata la discesa verso il campo base a circa 400 metri sotto terra. Dopo sole tre ore di progressione il campo è stato raggiunto con successo e, una volta attrezzato e verificato il fondamentale collegamento radio, il gruppo è ripartito alla volta del fondo.Da qui in poi gli ambienti iniziano via via a cambiare morfologie ampliandosi notevolmente nelle dimensioni e con gallerie disposte su livelli distinti, i più alti ormai non più percorsi dalle acque, se non quelle di stillicidio, mentre i più profondi nettamente attivi e interessati da intensi ruscellamenti. Alle 18:30 la squadra giunge all’attuale fondo della grotta, iniziando, previe considerazioni geologiche, a raccogliere dati su eventuali prosecuzioni ed esplorandone parzialmente alcune.

«Si conferma che, anche se il fondo termina attualmente a ridosso di un imponente ostruzione di massi, la circolazione d’aria attraverso i blocchi rocciosi è decisamente notevole e intensa, fenomeno che lascia intendere che la cavità prosegua».
È iniziata così una lunga e lenta, risalita verso il campo base. Alle 5.30 del mattino di domenica, per gli speleologi è iniziato l’ultimo step di risalita verso il mondo illuminato dalla luce naturale. Cinque ore dopo, alle 10:30, dopo 25 ore di buio, i ragazzi della spedizione finalmente, sono tornati alla luce. «C’è ancora molto da esplorare nelle regioni profonde della Grotta Schiaparelli e nelle vicine cavità del Monte Campo dei Fiori strettamente connesse ad essa geologicamente, ma per procedere in studi ed esplorazioni occorre operare con una strategia condivisa tra i vari gruppi speleologici della provincia e una linea guida comune».