VARESE Una poltrona per due, è il turno di Lombardia Civica. Ambrogina Zanzi e Nicola Mucci, due generazioni della politica che si ritrovano nel progetto civico della lista promossa da Gabriele Albertini in Lombardia, declinazione territoriale della Scelta Civica del premier Mario Monti. Classe 1950, commercialista e “signora” del Sacro Monte l’una, Zanzi, tornata all’impegno attivo perché «nauseata dalla smania di potere della vecchia politica»; classe 1972, già enfant prodige di Fi e poi sindaco di Gallarate per dieci anni l’altro, Mucci, che ha accettato le avances della “lista Albertini” dopo aver partecipato alle primarie della componente Agorà prima che il Pdl si schierasse in coalizione. Ora Mucci riconosce «l’errore di essersi allontanato dalla politica», per la breve parentesi come dg dell’Asl di Sondrio dopo le sue dimissioni anticipate da sindaco.
E sono proprio i successi politici già ottenuti in passato a rendere, almeno secondo loro, i due candidati “civici” credibili agli occhi dei loro elettori: Zanzi rivendica «la pista ciclabile del lago di Varese, quel primo decisivo tratto» a cui diede una spinta da consigliere comunale negli anni della “giunta degli uomini di buona volontà” del sindaco Raimondo Fassa mentre Mucci sfodera i «parecchi obiettivi centrati per la città di Gallarate» quando era sindaco. Ad accomunarli c’è anche una discreta dimestichezza con il carrello della spesa ma anche una scarsa propensione per le novità tecnologiche, dato che Zanzi usa «un volgarissimo telefono non smartphone» e Mucci non si schioda dal suo «vecchio Nokia». C’è feeling anche sulle indennità della “casta” da tagliare, ritenute «cifre folli» da Ambrogina Zanzi, e sui leader.
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s.bartolini
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