Malgrado la crisi pesante che pare non volerci abbandonare più, la voglia di Natale è più che mai presente, nei cuori e negli addobbi che percorrono la città e, anche in ambito natalizio, vi sono le mode.
Da qualche anno ad esempio imperversa il blu. Un gelido quanto artificiale blu che pare attrarre le città italiane. Naturalmente la mia è un’opinione personale ma perché non preferire il lucore caldo e avvolgente delle luci normali?
Certo la percezione estetica non è uguale per tutti, rimane il fatto che il blu e l’azzurro rimangono, nella paletta dei colori, quelli conosciuti come freddi. E allora perché caricare maggiormente quel clima di gelo che ci sovrasta da qualche anno?
La cromoterapia è ormai abbastanza conosciuta e riconosciuta, nelle nostre magioni ci consigliano di scegliere le tonalità di verde per la camera da letto perché concilia il sonno, i gialli e rossi danno invece energia. Certo che l’accostamento delle luminarie azzurre con il verde scuro dell’abete non è dei più felici.
È pur vero che i colori freddi dovrebbero indurre alla calma e forse questo bluastro può essere stato scelto come un subliminale rimedio per allentare le tensioni negli animi che appaiono sempre più inferociti dal clima drammaticamente incerto che da anni siamo obbligati a subire.
Tant’è, anche quest’anno sarà un Natale del puffo…eppure intorno a noi si percepisce una grande voglia di aggregazione, di andare insieme per mercatini che portano calore, di andare a caccia di regali che saranno più modesti del solito ma forse proprio per questo più sentiti, più umani.
Questi tempi grami hanno un risvolto positivo, ci riportano indietro nel tempo, ridimensionando il nostro modo di vivere a beneficio di una maggior presa di coscienza di quei valori che si erano persi nei meandri di uno stile di vita quanto mai sopra le righe. Nel menù delle feste quest’anno non ci saranno ostriche e caviale bensì il classico capitone, ci si industrierà a cucinare in casa invece di comprare piatti gastronomici e si ritornerà ad apprezzare la frutta secca e il panettone, quello vero, senza sofisticate farciture. E forse, finalmente, si ricomincerà ad apprezzare quelle cose semplici che sono il vero sale della vita.