«Viviamo in una macchina, da invisibili»

Una coppia di italiani è costretta a dormire in un’auto (guasta) parcheggiata in piazzale Redaelli: «Abitavamo in un appartamento, abbiamo perso tutto. La gente ci passa accanto e non ci vede»

– La notte passa lenta, al freddo, sui sedili dell’auto reclinati fin dove si può, stretti in due sacchi a pelo donati da una persona che abita nei dintorni. La giornata trascorre ancor più lenta, seduti in quella macchina che non va, dandosi il cambio per andare in giro a piedi, proponendosi per fare qualche lavoretto manuale. Questa da due anni è la quotidianità di una coppia di italiani cinquantenni – che vuole rimanere anonima per pudore – che vive in un’auto guasta.

L’auto che non va si trova in piazzale Redaelli, vicino a cespugli che non vengono tagliati da chissà quanto. Intorno la gente passa, parcheggia, va via di fretta. Nessuno si ferma. Pochi sembrano accorgersi di quelle bottiglie d’acqua lasciate vicino alla portiera di auto, che servono per lavarsi e per bere. Vicino alla portiera c’è anche un sacchetto per raccogliere la pattumiera. Contro il parabrezza dell’auto, un cartone promette un pochino di privacy e scherma l’abitacolo dalla luce del sole. L’auto è una Polo. Un parroco ha aiutato la coppia a prenderla quando si è rotta la loro Matiz, che a riparlarla costava troppo. Adesso quella Polo è diventata un casa. Dentro ci sono vestiti, cose strettamente necessarie, poco altro. «Prima vivevamo in un appartamento a Castiglione Olona – racconta la donna, che ha 52 anni e le cui iniziali sono C.P – Poi sono successe tante cose e da un giorno all’altro siamo rimasti senza soldi e senza la possibilità di pagare l’affitto. A quel punto ci hanno buttato fuori di casa. Allora siamo venuti a Varese, nella speranza che ci fossero più opportunità. Ma ci sbagliavamo». E ancora: «Ci arrangiamo come possiamo e con i soldi che riusciamo a guadagnare andiamo a comprarci qualcosa al ristorante qui vicino, giusto per mangiare un pasto di caldo. Altrimenti andiamo a prendere il sacchetto con il cibo in via Luini». La signora racconta che lei e il suo compagno – C.G, di 56 anni – sono come invisibili: «ci hanno suggerito di prendere la residenza in auto, ma non riusciamo a fare questo passo. È vero che entreremmo in graduatoria per l’edilizia popolare, ma la speranza di riuscirci è poca e dichiarare di abitare in auto sarebbe come una resa, come la rinuncia ad avere una casa vera. Prima, quando l’auto funzionava, di sera parcheggiavamo all’autogrill, il che era comodo perché ci consentiva di usare i bagni per lavarci. Adesso che l’auto non va, siamo fermi qui. Le forze dell’ordine passano con regolarità. Gli agenti mi hanno detto di chiamarli, di notte, se succede qualcosa».

Con la coppia vive anche una cagnolina marrone: «non ci separiamo mai io e lei – racconta la signora – Solo una volta l’ho lasciata in auto e mi hanno detto di non farlo mai più, altrimenti avrebbero chiamato la protezione degli animali, perché lasciare un cane in auto è maltrattamento. Per assurdo, però, nessuno sembra interessarsi a una coppia di cinquantenni che passa la vita in un parcheggio». La macchina, per ripartire, avrebbe bisogno di una centralina per l’avviamento del motore. La signora fa appello alla generosità dei varesini: «se qualcuno ce la procurasse, noi potremmo montarla e mettere in moto l’auto. Almeno potremmo passare la notte in un luogo più sicuro, come l’autogrill. Altro non chiediamo».