Panni stesi, cibo e topi: c’è chi dorme qui Le immagini dell’hotel della vergogna

I residenti confermano: sono tornati. Stiamo parlando degli abusivi dell’ex fonderia di via Monte Santo. Siamo andati a vedere. Di giorno abbiamo trovato un “ospite”. E una stanza piena di valigie e indumenti

– Un copione che si ripete con il popolo dei senzatetto che è tornato ad abitare l’ex fonderia di via Monte Santo. Forse, i disperati non avevano mai smesso di cercare rifugio all’interno dei diversi edifici che una volta componevano il cuore pulsante dell’azienda Molteni.
Le vecchie fabbriche, infatti, stanno cadendo a pezzi, favorendo le cattive frequentazioni.
Il 20 dicembre del 2011, all’interno dei bagni della struttura , clochard di 38 anni, era stato trovato senza vita. Qualche mese prima, nell’ottobre del 2011, erano stati trovati quattro tunisini, due regolari e due clandestini in seguito espulsi.

L’ingresso della dismessa ex fonderia Molteni in via Monte Santo

L’ingresso della dismessa ex fonderia Molteni in via Monte Santo

(Foto by Varese Press)

Secondo i residenti della zona, il viavai dall’“hotel della miseria”, uno dei diversi presenti in città, non è mai terminato. Alcune luci nella ex fabbrica di notte sono tornate ad accendersi, ci sono i panni stesi, vestiti appesi agli alberi, resti di cibo buttati per terra, topi.
Come se fosse un grande hotel fatiscente i disperati trovano nell’ex fonderia un rifugio anche nelle ore diurne. Proprio ieri, a seguito di una segnalazione da parte di un nostro lettore, abbiamo compiuto un sopralluogo. Nelle prime ore del pomeriggio, uno degli ospiti dell’“hotel della miseria” era all’interno della struttura.
Alcuni residenti hanno accesso a una porzione di area della ex fonderia di via Bainsizza 38. Pagano 35 euro al mese per parcheggiare l’auto in uno spazio contrassegnato dal numero della propria targa. Una volta il cancello che dava su quell’area si poteva chiudere. Adesso, dopo che i ladri hanno tagliato i cavi della corrente e portato via il rame dal tetto, l’ingresso è sempre aperto.

La recinzione divelta della ex fonderia Molteni. Entrare è un gioco da ragazzi

La recinzione divelta della ex fonderia Molteni. Entrare è un gioco da ragazzi

(Foto by Varese Press)

Entrare alla ex fonderia è facile: i mattoni e le reti non bastano per tenere chiusa l’ex fonderia. Di fronte al civico 31 di via Bainsizza la recinzione è sfondata: basta oltrepassarla e si entra nella terra di nessuno. Ci sono molti posti che potrebbero offrire un riparo dalla pioggia.
Gli edifici vicino alle stazioni si affacciano su tre vie: Bainsizza, Monte Santo e Grado. Costeggiando gli edifici si raggiunge il portoncino sfondato che riporta il numero civico 9 e che si affaccia su via Monte Santo.
Una volta oltrepassata la soglia, l’odore inconfondibile è tipico dei locali-dormitorio dei clochard è intenso. Lo spettacolo è desolante: un intero stabilimento, migliaia di metri quadrati completamente abbandonati. Sulla sinistra dell’ingresso, un giaciglio improvvisato: un’asse di compensato, una coperta arrotolata e un cuscino malandato.
Intorno, resti di cibo, bottiglie e stracci: i segni di un bivacco costante sono ovunque. Una scala conduce al piano superiore, sentiamo i rumori di alcuni passi.
Ma una volta raggiunto il piano superiore, non abbiamo trovato nessuno.
Scendiamo e raggiungiamo l’edificio laterale, all’interno del quale troviamo due stanze piene di valigie e indumenti di ogni genere, probabilmente recuperati dalla distribuzione che Caritas e associazione di volontariato compiono regolarmente.
Sentiamo dei rumori alle nostre spalle, ci giriamo: dalla finestra dell’edificio visitato da noi poco prima scorgiamo una sagoma.

Un particolare degli interni della ex fonderia Molteni

Un particolare degli interni della ex fonderia Molteni

(Foto by Varese Press)

Un uomo ci stava spiando. Non appena si accorge di essere stato avvistato, fugge ai piani superiori. I residenti vorrebbero che i capannoni delle vecchie fabbriche venissero rasi al suolo. Anche la proprietà della ex fonderia vorrebbe costruire. La possibilità di costruire è sempre stata posticipata in attesa di uno sviluppo del piano di riqualificazione delle stazioni. Ma in attesa di un intervento concreto, anche questo hotel della miseria torna a riempirsi di vecchi e nuovi ospiti.