«Io e il mio Scott, due papà in America. Ecco i nostri figli»

Il varesino Stefano Ciocca ha realizzato un sogno. E oggi è padre di due gemelli con il compagno: «Cresceranno nel rispetto delle diversità: è giusto»

Si chiamano e , pesano rispettivamente 3,4 e 2,8 chili e sono stati dimessi dall’ospedale ad appena 28 ore dalla loro nascita. Due gemelli da record che sono l’orgoglio dei loro genitori. Un sogno che si avvera per il papà varesino e il suo compagno americano, papà. La loro storia era stata raccontata qualche mese fa dalla trasmissione di canale 5 “Matrix”. In una puntata dedicata alla maternità surrogata,era stato oltre Oceano per raccogliere l’esperienza delle coppie omosessuali o sterili che vogliono avere figli. A New York ha incontrato Stefano e il suo compagno Scott, al tempo già in attesa dei loro gemelli.

«Io e Scott ci siamo sposati nel 2009 e come ogni coppia abbiamo cominciato presto a parlare di figli – spiegano – Volevamo una famiglia nostra, con dei figli nostri e ci siamo mossi per cercare di realizzare questo sogno». In Italia sarebbe rimasto tale, invece in America la coppia si è rivolta a un’agenzia specializzata che ha trovato loro una donatrice di ovuli prima, e una madre surrogata poi. «Non è stato facile – ammette – La prima volta che pensavamo di essere ad un passo dal traguardo, la donatrice ci ha chiesto più soldi e abbiamo deciso di rinunciare. Quando poi ne abbiamo trovata un’altra, non riusciva a rimanere incinta». L’agenzia, per la modica cifra di 90mila euro, garantisce solo quattro impianti «avevamo già fatto tre tentativi e cominciavamo a scoraggiarci. Poi all’ultimo la sorpresa: non solo la madre surrogata era in dolce attesa, ma aspettava due gemelli». Due maschietti che sono uno figlio di Stefano e uno di Scott, in teoria, «in pratica sono entrambi figli nostri e non abbiamo intenzione di fare il test del Dna per scoprire chi dei due ha il nostro patrimonio genetico».

L’impianto è stato effettuato con due ovuli, fecondati da entrambi, e il destino ha voluto che tutti e due si trasformassero in vita. «Abbiamo messo al mondo due bambini meravigliosi. Sono sani, tanto che li hanno dimessi appena 28 ore dopo dalla loro nascita, e la nostra vita a quattro può avere inizio». Saranno Stefano e Scott a crescere i bambini, senza l’interferenza della donatrice o della madre surrogata. «La prima non sa nemmeno chi siamo, la seconda verrà a trovarci tra qualche tempo e forse farà parte della nostra vita, ma non è indispensabile. Per una settimana ci faremo assistere da una tata, ma non vediamo l’ora che se ne vada anche lei». Sono stati nove mesi di attesa molto lunghi perché non hanno seguito tutte le tappe della gravidanza. «Ci teneva

aggiornati sulle visite e gli esami e ci ha chiamato quando è stato il momento del parto». Stefano ha assistito alla nascita dei bambini e per la prima notte è stato lui a fare i turni per le poppate, «è stato facile perché erano sincronizzati: prima finiva di mangiare uno e poi cominciava a reclamare cibo l’altro». Per accogliere i gemelli si sono anche trasferiti fuori città, in una delle tipiche casette americane con il vialetto e il giardino. «Poi ci sposteremo ancora, perché nel quartiere accanto le scuole sono migliori». Pensano al futuro come dei buoni genitori e non si preoccupano del giudizio degli altri. «Educheremo i nostri figli nel rispetto delle diversità, così potranno capire cos’è la vera uguaglianza, e ci circonderemo di persone che la pensano come noi».

Un ritorno in Italia è quindi da escludere, almeno «finché lo Stato non imparerà a non immischiarsi nella vita privata dei cittadini. Il diritto di amare chi si vuole e di avere dei figli è di tutti, come quello di scegliere come educarli». Niente “teorie del gender” o “famiglie arcobaleno”, «sono comunque delle etichette». E quando dovranno spiegare ai loro figli come sono venuto al mondo, «glielo racconteremo come fanno tutti i genitori, sempre da un ovulo fecondato arrivano». Detta così sembra la cosa più semplice e naturale del mondo. Più difficile sarà stabilire dei ruoli. «Sarà Scott per il momento a stare a casa con i bambini, poi arriveranno anche i miei genitori da Varese, che non vedono l’ora di fare i nonni».