S’accendono le luci sul futuro del lago di Varese: «Aiutiamolo, soffre»

Pescatori accanto a comuni cittadini e politici. Anche Steidl (M5s) e Santinon (Fi) alla fiaccolata organizzata per sensibilizzare la cittadinanza

Il lago di Varese si è accesso della luce di chi gli vuole bene. Una fiaccolata che ha visto la partecipazione di una quarantina di persone è arrivata ieri sera fino al lido della Schiranna, partendo da piazza Bossi a Bobbiate e unendosi dietro uno striscione che non lasciava dubbi di sorta: «Salviamo il lago». Il conto delle presenze potrebbe far pensare a una manifestazione in tono minore, ma sarebbe troppo facile

fare un’analisi partendo solo da un dato numerico fine a se stesso. Chi ha marciato verso il bacino varesino per sensibilizzare la collettività sui tanti problemi irrisolti che lo affliggono (inquinamento e bracconaggio sopra gli altri) non si è voluto riconoscere sotto alcuna insegna: lo ha fatto da privato cittadino, preoccupato per la sorte di un luogo simbolo della nostra terra troppo spesso lasciato a se stesso dall’immobilismo delle istituzioni.

Lo testimoniava la composizione del gruppo: a raggiungere la Schiranna sono stati i pescatori sportivi (in particolare gli appassionati di carp-fishing), alcuni rappresentanti di associazioni legate alla pesca, attivisti del Movimento 5 Stelle guidati dal candidato sindaco, attivisti della legalità come alcuni cittadini appartenenti al movimento delle Agende Rosse di Varese, l’assessore all’Ambiente di Palazzo Estense. Che ha detto: «La salvaguardia della natura è uno di quegli argomenti che non dev’essere di nessun schieramento: spero sia volontà di tutti migliorare la qualità del nostro lago. Per questo mi sono unito stasera ai cittadini che hanno organizzato questa bella iniziativa». Insomma: nessun simbolo politico, ma tante idee diverse. Unite da una volontà comune: basta immobilismo sul lago di Varese. Nel mirino della loro silenziosa protesta ci finiscono gli scarichi abusivi, le inadeguatezze del collettore fognario, gli scolmatori che funzionano male, i pescatori che depredano la fauna lacustre pescando senza licenza e senza rispettare le regole, tanto da agire di notte e utilizzando postazioni abusive.

I problemi sono gravi nella sostanza e la loro risoluzione è bloccata nella forma: bisogna mettere d’accordo nove comuni rivieraschi, bisogna far funzionare l’Osservatorio del lago e il suo Consorzio, gli unici organismi che posso dare impulso agli interventi. Spetterebbe alla Provincia il compito, un ente che sta perdendo e perderà competenze e possibilità di spesa. Chi ama il lago, però, non si è fatto scoraggiare. E ha reso possibile una marcia – il cui merito va soprattutto agli organizzatori e – che può diventare un simbolo di nuovo impegno civico. Una marcia che si è conclusa in maniera suggestiva: le torce del corteo sono state issate su alcune barche e portate verso una chiatta galleggiante in mezzo al bacino, illuminando per un attimo il buio della notte e squarciando per un momento la fitta nebbia che avvolgeva le tenebre.