Le dichiarazioni dell’assessore ai lavori pubblici di Luino, , sulla volontà di abbattere e ripensare piazza Libertà riscuotono anche i commenti della minoranza consigliare. “«Dopo il muro mi piacerebbe abbattere l’edicola di piazza Libertà e, perché no, le colonne cinesi. In merito all’edicola, ci impegneremo a trovare delle soluzioni normative corrette per compiere un’azione in linea con la bellezza di quel tratto di lungolago. Oggi come oggi è più importante abbattere le opere brutte che costruirne di nuove. Sul muro, non è stato facile, ma ce l’ho fatta. Oggi il Parco a Lago è ancora più bello». Queste le parole dell’assessore che hanno sollevato l’approvazione da parte di molti luinesi.
Chi abita nella cittadina in fondo lo sa, le colonne cinesi non sono mai state particolarmente amate; trasversalmente disprezzate da residenti, commercianti e probabilmente anche turisti. «Se riprende in mano il piccone lui, siamo a posto –afferma con un mix di preoccupazione ed ironia , capogruppo di minoranza ed esponete di Luino Futura– L’esempio del muro forse non è servito a far capire lo spreco di soldi pubblici, in quell’occasione non mi sembra che Barozzi si sia messo personalmente a picconare. Mi sembrano argomenti squallidi da campagna elettorale. Infatti è stato anche uno dei temi usati nelle passate elezioni, ora ritorna. Oltre tutto, cosa che non dice nessuno, anche questa amministrazione ha contribuito all’abbruttimento della piazza, alla quale si sono aggiunti via via negli anni dettagli che l’hanno resa poco amata tra i luinesi: lampioni da campetto di periferia e funerei panchine». « Facciamo proposte serie – termina – pensiamo a quello che serve veramente, a spendere i soldi ormai pochi delle casse comunali per le strade, le voragini nell’asfalto e i parcheggi – paludi, ad esempio».
Anche non ha dubbi sulle parole di Alessandro Barozzi, «Non si commentano le barzellette –va giù pesante il capogruppo della minoranza Luino 2010- Al posto di demolire quello che hanno fatto gli altri in passato l’assessore ai Lavori pubblici avrebbe fatto meglio a costruire, invece, Barozzi sarà sicuramente ricordato oltre che per 150 metri di lungolago, anche per cinque anni di asfaltature e rattoppi stradali a macchie di leopardo».
«Altro non mi viene in mente – prosegue Liardo – Anche economicamente non credo che il cambio di ubicazione per l’edicola sia una gran mossa: perché rinunciare ai contributi di un eventuale bar nello stabile dell’imbarcadero, sicuramente più alti, per metterci un’edicola? E questo in un periodo caratterizzato dalla pochezza nelle casse comunali? Sarebbe sbagliato – termina – Con questa bomba mediatica mi sembra si voglia distogliere l’attenzione da problemi ben più gravi che la giunta sta attraversando».