Quel “Forza Varese” di Sean prima dell’inizio, papà Gibe e lo striscione “Eccellenza biancorossa”

Il commento del nostro direttore Andrea Confalonieri

È sempre festa, è già promozione anche se dobbiamo aspettare altri sei giorni: è giusto così, è giusto che questa stagione finisca in gloria con la celebrazione dei 106 anni e il trionfo al Franco Ossola davanti a tutti i grandi e soprattutto ai piccini (ci saranno centinaia di bimbi delle scuole calcio) che hanno fatto la storia del Varese. Anche se Felice Chinetti se la sarebbe meritata già ieri: “E per rincalzo, il cuore” diceva il paracadusta del battaglione Nembo a cui è dedicata la seconda casa del Varese. Un inno al nuovo Varese: non ce lo dimenticheremo. È sempre festa quando vedi il papà di Erika al suo posto, con la pettorina da steward in un cancello secondario, dietro la tribuna, a fare la sua parte in silenzio per i colori che ama. Nel ricordo della sua bambina, nell’abbraccio della sua famiglia. Biancorossa. È sempre festa perché in duemila sono già promossi dalla scorsa estate, ma non in serie D. E ieri hanno riempito di palloncini, striscioni, colori, sciarpe, striscioline di carta bianche (strepitosa la scena della squadra che a fine partita si siede davanti al pubblico, quasi a inchinarsi, per godersi lo spettacolo più bello che c’è di fronte a tanta forza e amore).È sempre festa, ma lo sarà di più domenica

a Masnago quando potremo dire e scrivere a caratteri cubitali: “Il Varese è tornato”. Questa squadra merita uno stadio pieno. Perché è solo maglia. Perché è fatta dai nostri e dai vostri figli. Perché da quando abbiamo fatto pulizia, ci siamo tutti (curva, distinti, tribuna, allenatore, giocatori, dirigenti, ragazzini, nonni, pensionati, steward, tifosi del Saronno che in fondo in fondo tifano Varese) e siamo un’unica cosa. Perché solo il Varese è capace di riempire il Franco Ossola per una promozione dall’Eccellenza che non è solo una promozione. Ma rivincita, rinascita, riscatto, rivoluzione. È città, quella vera. È storia, quella grande. È un sogno, in ogni volto che ha, e non rimpianto. Perché quel “Forza Varese!”, col punto esclamativo, scritto da Sean Sogliano prima del fischio d’inizio anche se stava per andare in campo a giocarsi una partita decisiva per la salvezza da direttore sportivo del Genoa, merita di essere urlato da tutti, finalmente. È sempre festa, e questa non sarà che la prima, perché dei ragazzini appena maggiorenni ieri hanno fatto esordire uno striscione – “Eccellenza biancorossa” – come facevano i loro padri e i loro nonni, trenta o quaranta o cinquant’anni fa ai tempi della serie A, della B o della C: quando hai bisogno di scrivere qualcosa a qualcuno che ami, hai già vinto.