Pazza idea… di fare i playoff con lui

Quinta perla di fila: Capo d’Orlando battuta a Masnago 74-72, con una partita di agonismo cristallino. L’ultimo posto si allontana a otto punti, i playoff sono a quattro: una squadra così fa ritornare a sognare i suoi tifosi

E ora che guardare indietro fa meno paura, ora che i fantasmi sono spariti, ora che i magoni sono dimenticati, ora che l’adrenalina ti ha messo le ali, l’unico limite diventa il cielo. Pazza idea di fare i playoff con lui, Attilio Caja. Anzi con loro, lui e il suo esercito spartano (fu Armata Brancaleone), protagonisti di una della metamorfosi più improbabili della storia del basket: là dove c’era la sconfitta, ora ci sono i sogni.

Pazza idea di fare i playoff con Varese. Quando un obiettivo sembra conquistato (e lo è, quasi…) bisogna porsene subito un altro, ancorché difficile se non impossibile: è il sale della vita.

Facciamo due conti, prima di raccontare la quinta perla che Varese costruisce ai danni della Capo d’Orlando (74-72 il finale) quarta in classifica. Cremona perde al fotofinish contro Sassari in casa, Pesaro rimane al palo a Trento: l’ultima piazza ora dista 8 punti dai 20 della Openjobmetis, con sei giornate ancora da giocare. Ragionevolmente parrebbe mancare una sola vittoria alla sicurezza. Giriamoci e guardiamo avanti, perché non è più peccato farlo: la settima e l’ottava piazza – in attesa di Reggio Emilia-Brescia

di oggi – sono a quota 24, ma tra i biancorossi e la realizzazione di un autentico miracolo c’è una pletora di squadre (Cantù, Brescia, Pistoia, Brindisi e Torino) da superare. Servirebbe allungare il filotto e di molto, servirebbe fare la voce grossa negli scontri diretti (Cantù, Reggio Emilia e Torino), servirebbe un’impresa. Il solo poterla immaginare ad alta voce senza benedire la legge Basaglia che ha chiuso i manicomi in Italia, rende l’idea del percorso fatto dall’Artiglio e dai suoi insospettabili giocatori.

Capo d’Orlando, un problema in quattro parti. La prima: la forza intrinseca della sporca (è il caso di scriverlo) dozzina di Di Carlo. La bidimensionalità di Archie (26 punti con solo tre errori al tiro…) e l’imprevedibilità di Diener sono conferme della vigilia, le mani addosso, la garra, la “tignosità” difensiva e vocale (a portare gli arbitri dalla propria parte) sono una sorpresa. La seconda: la giornata no in attacco dei padroni di casa. Dopo la scorpacciata di Brescia (51% da tre), Varese torna a percentuali “morettiane” (22%) dall’arco e si intestardisce in area (40%), con il suo principale cannoniere Johnson francobollato da Tepic & company, un Maynor prima impreciso poi stordito dal colpo subito nei pressi dell’intervallo e un Eyenga con il motore offensivo spesso e volentieri fuori giri.

La terza: i “grigi”. Quelli di giornata sono della peggior categoria possibile tra le tante contemplate dal mondo arbitrale: quella dei protagonisti a tutti i costi. I tre direttori di gara (Mazzoni, Quarta, Bettini) perdono subito il contatto con la realtà di una partita maschia, “cannano” due/tre fischi letali e favoriscono un nervosismo che si traduce in rissa, per la quale fanno le spese Cavaliero e Stojanovic, entrambi espulsi. Non contente, le grandi “A” appioppano tecnici a destra e a manca, fanno perdere il paradiso a Caja e a tre quarti del palazzetto e non riesco a trovare un’uniformità di giudizio nei fischi. Rovinando il match. La quarta: i falli dei lunghi. All’inizio del seconde tempo Pelle commette la quarta penalità, Anosike passa 20 minuti a doversi gestire con tre e Caja è costretto ad andare per molti tratti con il quintetto piccolo (Kangur e Ferrero), tirando il collo all’estone e privandosi – gioco forza – di armi decisive nel recente passato.

La risposta del gruppo è da campioni, ispirata da un’Artiglio “talebano” nel suo credo (Avramovic non si alza dalla panchina nemmeno stavolta, nonostante la mancanza in itinere del capitano). Come al solito, ha ragione lui. La Varese che non riesce a segnare dall’arco e che un po’ si specchia nella propria ritrovata bravura (tiri costruiti ariosamente ma con qualche fronzolo di troppo) tiene un vantaggio costante grazie a una retroguardia assatanata (11 recuperi e 5 punti concessi a Capo nei primi otto minuti dell’ultimo quarto), nella quale si segnala il sacrificio dello stopper Eyenga, soprattutto su Diener. Dall’altra parte della luna, invece, a decidere sono l’intelligenza del Johnson “spuntato”, che trova buone penetrazioni e poche forzature (15 punti e 7/7 ai liberi), la clamorosa prestazione a rimbalzo di Kangur (10 carambole da chi, un mese fa, non riusciva più a saltare la Gazzetta), l’entusiasmante cammeo di Bulleri (9 punti e un paio di canestri salvifici) e un Ferrero nato pronto da 11 punti in soli 16 minuti di permanenza sul parquet. Una menzione la merita anche Anosike (12 punti e 9 rimbalzi in 18 minuti), che nel “ciapa no” dell’ultimo quarto – e contro un bruttissimo cliente come Delas – segna cesti di lotta e di governo, importanti come una bombola d’ossigeno sull’Everest.

Quindi? Quindi prima si respira e poi si sogna. Regalandosi una serata in cui cullarsi al pensiero che una squadra che vince cinque partite di fila, in cinque modi diversi (l’ultima di nervi, con la faccia brutta e cattiva) e contro cinque avversari che non le hanno regalato nulla, ora appartenga più al cielo che agli inferi. Comunque vada a finire.

Maynor 2 (0-5, 0-7), Johnson 15 (4-8, 0-5), Eyenga 9 (3-11, 1-3), Ferrero 11 (2-2, 2-3), Anosike 12 (5-8); Pelle 4 (2-5), Bulleri 9 (2-5, 1-3), Cavaliero (0-1, 0-1), Kangur 12 (4-10, 0-1). Ne: Avramovic, Rossi, Canavesi. All. Caja.

Ivanovic 8 (0-1, 2-6), Diener 16 (1-3, 3-5), Stojanovic 4 (2-2), Archie 26 (7-9, 3-4), Delas 8 (3-9); Tepic 8 (1-4, 1-5), Iannuzzi 2 (0-1), Laquintana (0-1, 0-2). Ne: Galipò, Nicevic, Donda, Fallo. All. Di Carlo.

Borroni, Quarta e Bettini

Da 2: V 22-55, C 14-30. Da 3: V 4-18, C 9-22. Tl: V 18-22, C 17-21. Rimbalzi: V 41 (17 off., Kangur 10), C 35 (8 off., Archie 8). Assist: V 12 (Maynor 6), C 8 (Ivanovic 4). Perse: V 9 (Maynor, Kangur, Eyenga 2), C 18 (Ivanovic 4). Recuperate: V 11 (Eyenga 3), C 2 (Tepic, Diener 1). Usc. 5 falli: nessuno. Espulsi: Cavaliero e Stojanovic (17.16), f. tecnico alla panchina Betaland (17-16) e a Maynor (33.55). F. antisportivo: Anosike (29.05).
4.438. Incasso: 60.948.

I ritmi alti e la grinta di Giancarlo Ferrero segnano l’inizio del match, con le due squadre che si rispondono colpo su colpo. Anosike sul perno scrive il 6-2, poi sono Johnson e Diener a dialogare con la classe (16-13). Varese tira male da fuori (1/6 al 10’), ma compensa con i rimbalzi e con l’ottimo cammeo di Bulleri che allo scadere del quarto fissa il 20-20 dopo che la Betaland era passata in vantaggio con Delas.

Si rientra sul parquet e i padroni di casa trovano ancora qualche errore balistico di troppo, subito sanato però da un parziale tutto difesa (che palla recuperata da Bulleri) e… Kangur: i rimbalzi d’attacco dell’estone esaltano il PalA2A e favoriscono un 8-2 di parziale che dà margine alla Openjobmetis (28-22 al 13’). Per corroborare il concetto Maynor pesca a tutto campo il contropiede di Johnson e poi ancora il baltico in penetrazione fa canestro e si prende pure il fallo: Masnago è in delirio (35-25 al 15’). Due fischi molto dubbi a favore dei siciliani (un fallo a rimbalzo biancorosso e un passi sanzionato proprio a Kangur) riportano a -4 Capo e intesiscono gli animi: dopo un cesto di Archie scatta la rissa tra Stojanovic e Cavaliero sotto il canestro varesino. Espulsi entrambi, con in più un tecnico alla panchina dell’Orlandina. La frittata dei “grigi” uccide il gioco e il buon momento casalingo: Varese si riprende qualche minuto dopo, con la schiacciata di Pelle e i liberi di Bulleri, che – insieme al canestro di Archie, ai liberi dello stesso americano e alla bomba di Bulleri – chiudono il primo tempo (43-36).

Il secondo comincia con il 4° fallo di Pelle (e Anosike ne ha già 3). Problema per Caja che ferma il match dopo il 5-0 ospite seguito al 2/2 di Kangur dalla lunetta (45-41 al 22’). Dalla sospensione esce un match sporco, con le difese dure a farla da padrone, parecchi errori gratuiti da entrambe le parti e arbitri che ancora ci mettono del loro (tecnico a Maynor). Anosike nella lotta si esalta (6 punti quasi in fila per il 51-47 del 36’), Delas gli replica dalla media: ci vuole qualcosa che spacchi la monotonia. Ci pensano Eyenga e Ferrero da fuori, con Giancarlo che segna al 24’’ (60-49 al 29’, massimo vantaggio Varese). I direttori di gara hanno ancora fame di protagonismo: antisportivo ad Anosike su rimbalzo difensivo (sì, avete letto bene). Morale? Ne approfitta Diener e Capo è di nuovo lì: 63-58 al 30’.

Come la si vince? In difesa, matematico. Varese chiude la serranda e i siciliani perdono 3 palloni di fila, con il Bullo che fa saltare tutta la Sicilia e segna il 65-58. Non è l’allungo decisivo, perché la Openjobmetis – pur continuando a proteggere il canestro in maniera mirabile (solo 5 punti concessi nei primi 8 minuti del quarto) – sbaglia un tiro dopo l’altro, in chiaro debito di ossigeno. Capo D’Orlando, un passo alla volta, con Delas arriva a -2 al 39’ (69-67). Johnson buca in penetrazione e subisce fallo, Archie segna ancora da fuori (72-71), Eyenga sbaglia e fa tremare, ma una palla recuperata in condominio tra Anosike e Johnson diventa salvifica e pesantissima, con il congolese biancorosso che segna il contropiede con 3” sul cronometro, rendendo inutile il canestro finale di Capo. Finisce 74-72.