Ciro Calemme e la sua battuta. È solo una gaffe?

Non mi aspettavo che un esponente di Forza Italia, quindi un sincero democratico, l’amministratore unico della Aspem Reti, Ciro Calemme, uscisse con affermazioni che mi ricordano un dogma nazi-fascista: il mondo è governato da una oligarchia pluto-masson-giudaica, termini sinonimi di ebreo. Ritengo che Calemme debba rassegnare le dimissioni dall’incarico ricoperto. Egli ha, poi, tentato una misera giustificazione che si traduce in “el tacon peggio del buso”. Il consigliere economico di Renzi del quale parla Calemme è infatti di origine ebraica. Stia attento Renzi, mai fidarsi degli ebrei, prima che a lui essi obbediscono alla potente, strapotente e malvagia lobby ebraica. A questo punto siamo arrivati!

Carlo Mario Passarotti

Promemoria per i distratti. La frase di Calemme postata sui social network era: “Che il consigliere economico di Renzi sia ebreo, la dice lunga su chi comanda in questo paese. Rivoluzione”. Il formulatore del corto enunciato spiega: era una conversazione privata. Gli ricorda il suo collega di partito e assessore alla Cultura, Longhini, che “…dire le cose con un post equivale a portarle in piazza, quindi ci vuole attenzione”. Come minimo, dunque, Calemme è un

disattento (e si tratta d’un riguardoso eufemismo). Come massimo, ed entrando nel merito del contenuto, uno che (1) scorda/ignora/rimuove storia, sentimenti, tragedie di un popolo. Che (2) non sa quanto l’apprezzamento-deprezzamento d’un uomo pubblico dipenda dalle sue virtù-difetti privati. Che (3) nuoce in termini d’immagine, con l’improvvida sortita, all’azienda di cui è il più autorevole esponente. Chieda scusa al suo cda, dopo averla chiesta agli ebrei e ai varesini, ebrei e non ebrei.

Max Lodi