Martedì prossimo sarà il 28 marzo, il giorno del compleanno del compianto architetto Guglielmo Mozzoni che si è spento il 31 luglio 2014 all’età di 99 anni. Le persone a lui vicine hanno deciso di avverare un suo desiderio, quello di salvaguardare nella sua abitazione di Biumo Superiore tutte le sue produzioni artistiche e professionali insieme all’archivio del ’700, in modo di renderne possibile lo studio.
«In questi mesi, insieme all’architetto Flavio Castiglioni che è il curatore testamentario del Mozzoni, abbiamo lavorato per mettere a posto le sue opere. Adesso la sterminata produzione artistica è stata catalogata dalla Soprintendenza e destinata a restare per sempre in vicolo Torelli – spiega il nipote Giovanni Battista Litta Modignani – Stiamo parlando di 579 progetti architettonici su tavola, opere di carattere scultoreo, mobili, libri, illustrazioni e dipinti. Mozzoni era un vero maestro dell’acquerello: disegnava con i colori senza tracciare linee di contenimento. In più ci sono i disegni in bianco e nero, e a carboncino».
La villa del Mozzoni, conosciuta anche come la «casa delle 40 colonne», attraverso questo lavoro durato mesi, è diventata un vero e proprio museo in cui si trovano esposti con ordine i libri sulla vita dell’architetto, le tavole, i plastici, e le opere che parlano dei suoi amati cani da caccia. Una intera stanza è dedicata ai cavalli, un’altra alle donne e un’altra
ancora a quello che è il suo progetto forse più famoso: la realizzazione di una città ideale per 25 mila persone costruita in una sfera che ruota seguendo la luce del sole. Tra le curiosità, c’è anche il progetto per il Mattamondo (un centro commerciale di forma sferica che esce dal mare) che ha partecipato a un concorso di Abu Dhabi.
Durante la schedatura dalle opere sono stati rinvenuti i bozzetti che l’architetto disegnava negli ultimi anni, quando era già diventato cieco. Non mancano i documenti che ripercorrono la vita del Mozzoni, conosciuto anche come Partigiano, nonché alcune realizzazioni di «alberi della vita» precursori di quello costruito all’Expo.
Martedì verrà presentato l’archivio. Si tratta del primo tassello di un percorso che porterà l’architetto Mozzoni ad essere sempre più conosciuto e studiato. L’appuntamento è tra le 17 e le 19.30 nella villa di Biumo. L’evento si intitola “L’architetto Mozzoni e i mulini a vento”, una scelta che fa leva sul donchisciottismo del Mozzoni che ha combattuto tante battaglie anche ambientali (per esempio contro la cava della Rasa o contro la realizzazione di un nuovo albergo sul colle di Biumo) e civiche (era un sostenitore ante litteram della democrazia digitale). La serata è “a invito” ed è stata curata da Flavio Castiglioni ed Ester Cingia, con la preziosa collaborazione di Isabella Maffi. Seguiranno, nei prossimi mesi, altri eventi e chissà che, coordinandosi con le Istituzioni, la casa del Mozzoni, che ora è un’abitazione privata, possa anche essere aperta al pubblico in alcune giornate.