Un immortale con lo spirito di un adolescente che va incontro al futuro. Domenica prossima il Varese compirà 106 anni e, proprio nel giorno di un compleanno tanto importante, avrà la possibilità di festeggiare la promozione in serie D. Passato e futuro si potranno accarezzare perché contro il Vittuone basterà un pareggio per alzare le braccia, indipendentemente da ciò che accadrà sugli altri campi.
La situazione sarà ben diversa da quella dell’altro ieri, in quel “Chinetti” popolato da gente con la vista sul campo e l’udito teso all’andamento di Arconatese-Legnano. Festa a metà? Per nulla: il D-day rinviato si è trasformato nell’ennesima puntata di un party itinerante lungo tutta una stagione, capace di coinvolgere i tifosi biancorossi, quelli del Saronno con loro gemellati, gli spettatori neutrali, i giocatori e tutto quel mondo di cui Solbiate Arno, per un giorno, è stata ombelico di gioia genuina.
Un esempio? Non capita spesso di ricevere mail del genere: «Buongiorno direttore, mi chiamo Angelo Bosetti, sono nato e risiedo a Saronno, sono un collaboratore della web tv www.pierodasaronno.net e faccio telecronache ed interviste per le partite del Fbc Saronno. Ero al Chinetti per Saronno-Varese: l’atmosfera gioiosa che si respirava in tribuna, in campo e dopo, fuori dagli spogliatoi, in tantissimi anni che seguo il calcio ho constatato che non aveva uguali. Ho avuto anche il piacere di intervistare Ciavarella, Galparoli e Rosa, ricavando la conferma che tutti i vostri articoli erano veritieri e non enfatizzati. Il che non è roba usuale…».
Guardare la propria felicità con gli occhi degli altri è un privilegio che non capita tutti i giorni. E questa è stata la prima e più importante ragione che ci ha spinto a contattare l’autore della missiva di cui sopra, un giornalista-appassionato locale che ha masticato tanto calcio nella sua vita – e per calcio intendiamo quello puro delle serie minori – ma che una «roba» come quella di Solbiate non l’aveva mai vista: «Una giornata bellissima, per me senza precedenti – rincara la dose appena lo chiamiamo – Ho seguito il Saronno per anni, così come la Caronnese e anche mister Melosi, amico e concittadino, nella sua esperienza con l’Inveruno. Ecco: non mi era mai capitato di vivere un’atmosfera del genere, sia sugli spalti, che in campo, che nel contorno».
A lui la spiegazione: «È stato bello in primis vedere il connubio tra tante persone anziane venute a tifare per le due squadre e centinaia di ragazzi giovani che vengono definiti ultras ma che domenica sono stati soprattutto amici. E non è per nulla scontato nel mondo del calcio. E poi c’è quello che ho visto fuori dagli spogliatoi: gente a cui gli occhi luccicavano davvero, altro che retorica». Bosetti ha fatto degli ottimi servizi per la sua web tv, coinvolgendo tanti personaggi che gravitano intorno al Varese: «E in tutti ho trovato una carica umana che mi ha particolarmente colpito. Mi hanno toccato il cuore. Un esempio? Il presidente Ciavarella lo avevo “visto” solo sulle pagine del vostro quotidiano, eppure mi ha accolto con una disponibilità inusuale per la carica che ricopre. E con gli occhi che gli brillavano come mai».
L’ultimo pensiero speciale è per il condottiero: «Cosa ne penso di Melosi? Non sa quante persone ho sentito dire “Con quei giocatori lì sono capaci tutti…”. Non è assolutamente vero: i campioni che ha li ha innanzitutto messi a posto atleticamente (e un plauso va quindi anche ai suoi collaboratori), creando un mix perfetto tra senatori e giovani. Pochi ce l’avrebbero fatta a chiudere il campionato così presto: Melosi merita la riconferma».