Cinquantun minuti da dimenticare. Ma che devono restare nella mente

Il punto di Emanuele Barbati

Per parlare del 5-1 con cui l’Inveruno ha piegato la Varesina, è opportuno partire da una premessa: la partita è durata 60 minuti. Perché il secondo tempo ha regalato solamente due emozioni, ovvero i gol di Repossi e Frugoli, poi pochissima Varesina e tanta accademia per un Inveruno che con il risultato saldamente in pugno ha abbassato i ritmi. Molto diverso, invece, un primo tempo che andrebbe visto, analizzato, e rivisto per almeno altre cinque volte, delle quali tre servirebbero soltanto per

capacitarsi di quello che (non) si è visto in campo. Cinquantun minuti – tenendo conto del recupero aggiunto per lo scontro di gioco tra Sala e Morao – parenti delle peggiori prestazioni di questa stagione, ovvero delle due partite con il Chieri, dove tutto ciò che in questo campionato non è andato si è concentrato per poi esplodere. Cinquantun minuti che stridono con le prestazioni dell’ultimo mese, con quella Varesina capace di fermare Cuneo, Pro Sesto e Gozzano grazie al proprio carattere.

Cinquantun minuti che non devono azzerare quanto di buono fatto da febbraio fin qui, ma che devono essere marchiati a fuoco nella mente, perché anche se non si chiedeva la vittoria contro coloro che ora si trovano in vetta alla classifica, c’erano le giuste condizioni per togliersi una soddisfazione contro una grande. O almeno per provarci. Ma ciò non è successo, lasciando a tutti tanta delusione. Nessuna reazione, errori banali, ingenuità clamorose, energie e attenzione dilapidate nelle proteste dopo il primo gol e una confusione generale che ha portato le fenici a spegnersi troppo rapidamente. Poi il buio, denso e tangibile nonostante il sole sopra il Comunale. Peccato.