Il tesoro è lì davanti. Barra a dritta, vincere si può

Il punto di Gabriele Galassi

Vincere.
Si può, non si deve. È un obiettivo, non un’ossessione. Bisogna credere, non pretendere.

Vincere.
Domani è la prima di sette finali: si giocherà al Franco Ossola, alle 15. In tanti non potranno esserci: orario maledetto, suggerito dalla Lega e sottoscritto dagli avversari, che non hanno voluto sentire ragioni per spingerla in notturna. Chi ci sarà dovrà moltiplicare la grinta, la passione e l’affetto. Invitate gli amici liberi, costringete le fidanzate, comprate il biglietto ai nonni, regalate ai bambini – anche quelli della scuola calcio e del settore giovanile che sognano di diventare grandi con la maglia del cuore addosso – un pomeriggio di calcio e divertimento.

Vincere.
Ritrovata la serenità perduta, ridato il timone a un capitano che ama questa nave più di ogni altra, non esiste mare che non possa essere solcato. E il capitano in questione, Stefano Bettinelli, lo sa bene: perché grazie al suo predecessore, quel Ciccio Baiano che non ha dimenticato di ringraziare da professionista e da amico, ha trovato un gruppo compatto, solido, capace di affrontare le difficoltà senza paura e le sfide con coraggio; perché dà sempre il massimo e così allo stesso modo lo pretende; perché sa come si naviga nella tempesta, figurarsi quando ha il vento che soffia fiero e potente nelle vele.

Vincere.
Il Varese di Sesto San Giovanni, soprattutto quello visto nel primo tempo – corto, aggressivo, letale davanti, insuperabile dietro – può navigare a tutta velocità.

Vincere.
I nostri avversari ci affronteranno, domani e sempre, col coltello tra i denti, sognando di conquistare (ancora) il nostro fortino: difendiamolo con tutte le nostre forze.

Vincere.
Per andare all’arrembaggio di quel sogno che dobbiamo e vogliamo meritarci. Sono serviti sudore e sacrificio per arrivare fin qui, vittorie strepitose in cui esaltarci e brucianti sconfitte da cui imparare per trionfare ancora.

Vincere.
Barra a dritta, Varese: il tesoro è lì davanti.