«Il mio Varese “verde” è rinato»

Paolo Tresoldi, tecnico degli Juniores Nazionali, parla dell’ottimo avvio di stagione dei suoi giovani

Non è solo la prima squadra ad aver iniziato con il piede giusto la stagione, ma anche la Juniores Nazionale di Paolo Tresoldi. Dopo l’anno di “purgatorio” tra i provinciali, la massima espressione del settore giovanile biancorosso è tornata tra i nazionali, iniziando la stagione con due vittorie, contro Inveruno e Pro Patria, ed un pareggio con la Caronnese. Oggi i giovani biancorossi ospitano l’Olginatese (15.30 al Franco Ossola), uno dei settori giovanili più in vista di tutta la Lombardia.

Assieme a Tresoldi andiamo a ripercorrere le tappe di questo inizio di stagione ma anche della rinascita parallela del settore giovanile: «Non mi aspettavo una partenza del genere, soprattutto non mi aspettavo di battere nel derby la Pro Patria, che secondo me era ed è ancora la favorita del girone. Contro di noi ha confermato di essere la squadra più accreditata per vincere il campionato. Questa squadra che alleno è reduce da un’annata tra i provinciali, noi abbiamo deciso di cambiare pochissimo anche perché l’anno scorso abbiamo portato avanti la stagione con i ’99 ed i 2000. Il salto è stato importante, senza dubbio, anche se noi abbiamo sempre cercato di fare le cose in maniera professionale, già dall’anno scorso».

La storia di Paolo è legata a doppia mandata a quella del Varese, e ce la facciamo raccontare da lui: «Ho attraversato tre diverse epoche del Varese, prima per cinque anni come giocatore nelle giovanili del Varese F.C., mi allenarono Tomasoni, Ambrogio Borghi, lo stesso Ernestino Ramella con cui ho vissuto una stagione in Eccellenza a Viggiù. Poi sono tornato come allenatore delle giovanili, quando

il Varese era allenato da Carmignani in C2. Questa è la mia nona stagione in panchina, ho scelto con il cuore di restare a Varese anche dopo il fallimento, solamente perché era il Varese, perché a questa società sono parecchio sensibile: voglio dire, ci sono stato per 14 anni, prima come giocatore e poi come allenatore. Non è poco, quasi metà della mia vita».

Eppure ripartire sulle macerie del Varese 1910 non è stata una passeggiata: «No, non è stato semplice. All’inizio abbiamo fatto fatica a mettere in piedi le squadre, al mio primo allenamento con la Juniores c’erano sei ragazzi. Poi pian piano grazie al lavoro di tutti siamo riusciti a creare le formazioni, con Giorgio Scapini che si faceva in quattro tra prima squadra e settore giovanile. Ora c’è Roberto Verdelli, che sta lavorando tantissimo e che a mio parere è il responsabile tecnico ideale: perché ha tante conoscenze, ha occhio sui giovani, spesso legge le partite da una angolatura diversa e ti apre la mente. Penso che con lui il Varese sia davvero in ottime mani».

Nei suoi anni da allenatore del Varese, prima con gli Allievi Nazionali ed ora con la Juniores, Tresoldi ha visto passare tantissimi talenti: «Ad esempio Scapinello per me è stato una soddisfazione: lo allenai al suo primo anno a Varese, era piccolissimo, però è il primo giocatore allenato da me a Varese che ho visto esordire in prima squadra. Credetemi, è la soddisfazione più bella, non è retorica. Poi in quei ’95 c’era anche Andrea Azzolin, che ha avuto una parabola diversa ma comunque interessante».