– «C’era un bel rapporto tra noi. Un rapporto magnifico, difficile da trovare tra un padre e un figlio che svolgono la stessa professione». È a raccontare il rapporto solido e profondo, intellettuale e di stima, che lo legava al figlio Antonio, morto domenica a bordo di un Autogiro insieme all’imprenditore , sulla pista di Cassano Magnago.
«Antonio si è laureato in odontoiatria ad Amsterdam ed è venuto a lavorare nel mio studio nel 1994 come associato –
racconta Cesare Alberto Guidotti – Si è laureato all’estero in una università spettacolare, che lo ha abituato subito al rigore e alla professionalità. Si è sempre prodigato, soprattutto per perseguire la qualità della professione».
È stato proprio in quello studio dentistico di piazza XX Settembre, in quello studio vissuto come una famiglia dai dipendenti e dai collaboratori, che Antonio e si sono conosciuti. Con l’andar del tempo, la distanza tra medico e paziente si era accorciata, trasformandosi in un’amicizia.
«Mio figlio aveva la capacità di entrare in empatia con i pazienti. E i pazienti si affezionavano moltissimo a lui» spiega Guidotti.
I due, Antonio e Dario, avevano scoperto di condividere la passione del volo. «Ci sono salito anch’io sull’autogiro – continua il padre – Ma mio figlio si era proprio appassionato, arrivando a prendere il brevetto ufficiale di pilota. Io mi ero interessato, volevo capirne il funzionamento, e ho scoperto che l’autogiro è più sicuro dell’elicottero». «È proprio dimostrato che è più sicuro» ripete Guidotti che, riferendosi all’incidente di domenica, dice: «Non doveva succedere, ma è successo. Chi lo sa il perché. Forse, e io lo spero, un giorno si saprà».
Antonio avrebbe compiuto 51 anni a maggio. «Aveva una gran passione per lo sport, per lui era la vita. Ha fatto tutti i tipi di sport, sci alpinismo, sci di fondo, roccia. E poi parapendio, canottaggio, triathlon – prosegue il padre – Io gli dicevo che la vita professionale inizia a 50 anni perché a quell’età si ha già alle spalle una certa esperienza, diventa più difficile sbagliare, e si migliora ogni giorno di più». «Io vedevo che lui era molto contento, era un uomo felice, sempre sorridente, sia in studio, che fuori. Faceva tutto, e c’era sempre per la sua famiglia».
Anche il padre era felice: da quando il figlio si dedicava con passione alla parodontologia, alla chirurgia e alle protesi, lui poteva approfondire sempre di più la gnatologia e la posturologia, studiando il funzionamento dei denti in rapporto all’articolazione.
Quello che padre e figlio hanno creato insieme adesso deve continuare ad avere un futuro.
«Cercherò di essere sempre più presente in studio, devo farlo anche i miei nipoti. In un attimo cambia tutto e Antonio aveva un avvenire» conclude Guidotti, annunciando che questa era, alle 20.30, nella chiesa di Bobbiate ci sarà il rosario per .
Ieri sera, invece, alle 21, in San Vittore, amici, conoscenti e parenti si sono stretti in un abbraccio alla famiglia Fantinato. La chiesa era pienissima. Tra i politici c’erano Sergio Ghiringhelli e Paolo Orrigoni. Ma soprattutto c’erano i dipendenti del Carrefour, persone che consideravano Fantinato un familiare prima che un «capo».