Para di tutto quando la difesa a 3 viene massacrata nel secondo tempo (se giochi a 4 da dieci anni e passi a 3 in due partite, è come insegnare ai gatti ad abbaiare), ma alla fine ne prende tre.
Il secondo gol lo porta tutto sulle sue spalle perché Cacia “era” suo. Ma perché da gennaio non sei più tu?
Se esistesse un dirigente che ama il Varese, andrebbe dal capo dei gladiatori e gli chiederebbe: «Cosa dobbiamo fare per salvarci? Rivolete per caso Bettinelli?».
Aveva di fronte 20 milioni di euro e lui ne prende meno di 20mila all’anno: non gli chiediamo mica la luna.
Qual è l’unico allenatore in tutta Varese che lo conosce e sa dirgli le parole giuste per cadere in piedi? Dai, è facile.
Idea per Dionigi: perché non lascia fuori anche Corti insieme a Zecchin?
Tirato fuori dal cilindro in cui era stato nascosto, ha giocato come solo un varesino può fare quando la sua squadra si gioca la vita.
Dalla ridicola ammonizione, più che da tutti quei passaggi sbagliati, si capisce che non ha la testa per questi momenti.
Sembrava un Borghese sulla fascia. Dei nuovi acquisti, l’unico che vale qualcosa insieme a Osuji.
C’è più Varese in un mignolo di Miracoli che in tutto Culina.
Da un suo recupero nasce il gol ma una prima punta non si nasconde quando arrivano i palloni.
Si presenta con due contropiede e prendendo falli: lui non vuole morire.
Willy, solo tu sai cosa stiamo provando in questo momento. Perché sei uno di noi. Perché sai cos’è il Varese.
Carissimo Zecco, come ci si sente dopo 32 anni a fare la prima punta, anche solo per un quarto d’ora? Per questo grande “sogno” che si realizza, ringrazia mister Dionigi.