Da ieri sera siete nel libro degli eroi. Con Maynor ed Eyenga a guidarvi

Partita da urlo di una squadra che non vuole smettere di sognare. Le pagelle di Alberto Coriele

Acker lo disinnesca quasi alla perfezione nei primi 20’, lui si concede una sola tripla a bersaglio e poi tanti, troppi errori. Resta defilato anche nei secondi 20’, ma è a suo modo decisivo perché arriva comunque, e silenziosamente, in doppia cifra.

Lavoro ai fianchi, meno highlights e più sostanza come da sua abitudine. Segna subito due punti, poi lascia il proscenio ai compagni. Nel finale inizia a tirare fuori dal cilindro giocate insolite, inedite e per questo da applausi: palle rubate, contropiedi lanciati. In difesa prende le misure a Johnson e se lo mette nel taschino. Magistrale e roccioso, come sa essere solo lui.

Direttore d’orchestra, maestro ed esecutore pressoché perfetto. Si prende responsabilità, difende con più ardore ed efficacia del solito. Si carica sulle spalle una squadra, una città, una tifoseria. Immarcabile, perfetto, freddo, da lacrime agli occhi nella notte più importante.

Rivede il parquet in un momento teso della gara, entra con un po’ di timore ma confeziona una bella rubata. Tiene botta con coraggio in un momento difficile.

Nessun timore reverenziale, anzi: tanta carica agonistica. L’asse con Maynor ed Eyenga a tratti funziona a meraviglia e lui arriva spesso a canestro. Arricchisce la sua prova con un furto su Cournooh, non esattamente la specialità della casa.

Beccato in continuazione dal pubblico, entra per dare respiro a Maynor e cerca la gloria con una tripla da fermo da casa sua. Garantisce geometrie e calma. In una partita così frenetica, è acqua nel deserto, nonostante un paio di palle perse.

Due punti pronti-via, neanche a dirlo su assist di Maynor. Poi resta un po’ ai margini del match ma ci mette esperienza, cattiveria e la giusta malizia.

Si tocca la coscia nel riscaldamento e chiede il cambio dopo 3’. Stringe i denti, rientra, perfeziona un bellissimo contropiede ma fa comunque fatica. Uno come lui, però, non si tira mai indietro e infatti combatte fino alla fine come può.

Ira di Dio! Mette sul parquet un’energia clamorosa, una personalità debordante. In campo aperto è uno spettacolo per gli occhi, stampa sul tabellone due stoppate da urlo (la terza finisce inspiegabilmente sul tabellino di Cournooh). Segna, difende, spacca, corre in contropiede, schiaccia. Che spettacolo!