– Caos al pronto soccorso dell’ospedale di Circolo: arrivano un esposto e le proteste di pazienti e personale. Il governatore lombardo : «Cerchiamo soluzioni combattendo contro i pesanti tagli imposti dal Governo».
I fatti di una domenica di caos e sfortuna raccontati in presa diretta dalla moglie di un paziente.«Mio marito tre anni fa ha subito un intervento a causa di un’ernia lombare – spiega la donna – A luglio gli sono state riscontrate infiltrazioni vertebrali».
L’uomo domenica si sente male: «Non riusciva più a muoversi. Si temeva una recidiva dell’ernia – spiega la moglie – siamo arrivati al pronto soccorso alle 12 in ambulanza. Alle 15.30 eravamo ancora in attesa. Mio marito steso su una barella».
Al paziente viene fatta una flebo di antidolorifico.
«Tutto qui – spiega la moglie – Nulla. Nessuna indagine particolare. Pronto per la dimissione». È a quel punto che la moglie chiede una visita con un neurologo. «Mi sembrava il minimo – spiega – Mi è stato risposto di no».
La donna, stremata da quattro ore d’attesa, dalla consapevolezza che il marito stesse soffrendo prende il cellulare e chiama la polizia di Stato.
«Ho denunciato tutto – spiega la donna – Una chiamata da 15 minuti fatta davanti alla dottoressa del pronto soccorso che mi aveva negato la visita. Soltanto a quel punto ho ottenuto che un neurologo visitasse mio marito».
L’uomo tra l’altro è stato poi dimesso «con ancora il catetere attaccato», spiega la moglie che ieri mattina si stava recando in questura per firmare l’esposto. Lo sfogo della donna è a 360 gradi: «Un mese fa è toccato a me – spiega – Cinque ore d’attesa. Ne sono uscita con una richiesta per una colonscopia quando il problema era renale e l’assenza della menzione sul referto di tracce di sangue nelle mie urine. Con una dettagliata lettera ho segnalato tutto all’ufficio Urp. Sto ancora aspettando una risposta».
La domenica funesta, tra l’altro, ha visto uno dei due medici in servizio al pronto soccorso colto da malore. Fatto che può capitare, ma tutta la mole dei pazienti in attesa è stata spostata sull’unico medico rimasto.
«Ho visto un uomo di 90 anni attendere dalle 9.15 del mattino alle 15. 30 e una coppia di anziani che se ne è andata dopo essere stata apostrofata con un “ma perché prima non vi siete rivolti alla guardia medica – continua l’autrice dell’esposto – Mi sono stati vicini gli infermieri, nonostante la mole di lavoro».
E ieri tra gli infermieri c’era chi sottolineava: «Che ci sia malcontento è lampante. Siamo in emergenza personale, si lavora in modo caotico. Capiamo i pazienti che invece avrebbero diritto ad avere un servizio migliore. E ciò che ci disturba, oltre alle condizioni in cui dobbiamo lavorare, è che a livello politico si neghi il problema. Si fanno tanti proclami senza che nulla cambi. Non ci spaventa rimboccarci le maniche, ci irrita essere presi in giro».
Sul tema assunzioni è intervenuto anche Maroni: «Abbiamo dei limiti imposti dalla legge nazionale e anche i tagli del Governo di certo non ci aiutano. Nella sanità, dovevamo avere 500 milioni in più rispetto al 2014, che invece ci sono stati tolti. E, oltre a ciò, ce ne sono stati tagliati oltre 700 mila. Stiamo facendo i miracoli per garantire un sistema socio-sanitario d’eccellenza come meritano i cittadini lombardi».