In progetto ha la laurea magistrale in comunicazione e anche un master in mediazione interculturale. Programmi comuni a molti studenti? Indubbiamente sì, ma è una studentessa po’ speciale.
Tecnico informatico presso la stessa università dove studia, questa donna dalla risata freschissima ha in realtà 60 primavere alle spalle. «Non ho mai smesso di studiare – ammette – perché ho sempre sentito l’esigenza di imparare».
Come avrebbero detto i latini, il suo nome è un presagio. Gabriela Borsa, oltre al pallino della formazione, ha anche scoperto una vocazione all’intercultura inspiegabilmente fissata nel suo nome di battesimo che suona tipicamente spagnolo o rumeno. «Sono nata a Casbeno – racconta – e il mio nome è stato un compromesso, perché a mio padre non piaceva il tradizionale Gabriella che invece voleva mia madre».
Gabriela è stata tra gli studenti dell’ultimo corso Filis (Formatori interculturali di lingua italiana per stranieri) dell’Insubria, un itinerario che ripartirà a fine marzo e che Gabriela ha scelto di frequentare per caso. «Mi sono trovata ad ospitare a casa mia una ragazza spagnola che insegnava la sua lingua agli stranieri – spiega – Parlavamo una lingua mista per capirci, così mi è nata la curiosità di imparare qualcosa delle altre culture».
Cosa le darà in più il corso che ha frequentato? «Non ho aspirazioni lavorative in questo campo. Mi basta avere gli strumenti per comprendere meglio le persone che ci vivono accanto, perché solo così possiamo essere veri europei. E poi mi piace l’idea di potermi mettere a disposizione di chi è in difficoltà e deve imparare la nostra lingua».Tirando le somme considera questo capitolo come «un hobby qualificato» e ammette: «Se ci sarà l’opportunità non mi dispiacerebbe continuare a formarmi con un master in questo ambito». Sul fronte dello studio, intanto, per lei si avvicina il momento della tesi triennale. Esami archiviati, ora l’obiettivo è puntato sul lavoro
finale che – non a caso – verte sull’esperienza fatta con Filis, che è un corso interamente online con l’attivazione di una particolare procedura di formazione a distanza.«Ho scelto di studiare comunicazione – dice – perché mi interessa anche a livello del lavoro che faccio, che solo in apparenza è distante da questo contesto». Gabriele lavora come informatico presso il dipartimento di economia e segue la redazione web e le statistiche legate alle ricerche. La predisposizione alla comunicazione certo non le manca: «Per quattro anni ho gestito un blog di cucina, un’esperienza bellissima che mi ha permesso di conoscere tantissime persone di tutte le parti del mondo».
La sua vita lavorativa è stata tutta all’insegna della formazione e dell’apprendimento: ambiti nei quali è passata tranquillamente più volte da una parte all’altra della cattedra.
«Per qualche anno – ricorda – sono stata una maestra, ma poi ho tradito la professione e ho lasciato la scuola». Il matrimonio, una figlia e dieci anni lontana dal mondo del lavoro non le hanno impedito di rientrarvi sotto una veste nuova, quella di tecnico informatico.
«Per un periodo ho anche insegnato informatica ai docenti delle scuole medie e superiori, e di certo nella mia vita non ho mai smesso di fare formazione, che è anche un modo per mantenersi giovani». Sarà per questo che il suo prossimo obiettivo è quello di iscriversi alla laurea specialistica.