Philip Grasselli, 22 anni, è espressione di un “volontariato diffuso” ovvero l’essere volontari che attraversa trasversalmente la vita di una persona che è prima di tutto un cittadino attivo. Donatore di sangue per Avis a Busto, percussionista nel Corpo Musicale “Pro Busto”, fondatore della Polisportiva Sport ITC, speaker a Poli.Radio, radio universitaria del Politecnico di Milano. Il tutto fatto per pura passione e con l’idea che il
suo impegno possa – in tutti gli ambiti – giovare a qualcuno. Nella vita al momento fa lo studente, laureando in ingegneria biomedica al Politecnico di Milano. E nel suo futuro? «Forse un cambio di rotta per quanto riguarda le scelte professionali – dice -, ma di certo il tempo per continuare a impegnarmi lo troverò sempre: la mia vita senza tutto questo sarebbe vuota».
Quello di Philip è un volontariato difficile da raccontare perché ha a che fare con un concetto astratto: la cittadinanza attiva. «Fin dalle scuole superiori – racconta – ho fatto il rappresentante di classe e poi di istituto: era il mio modo per essere a disposizione degli altri, per darmi da fare e migliorare le situazioni». Appena può Philip si avvicina all’Avise diventa donatore di sangue a Busto.
La passione per la musica? La traduce entrando nella filarmonica della sua città, Busto Arsizio per dedicarsi alle percussioni. «Alla festa cittadina suoneremo con la banda. Bellissimo anche questo». La passione per lo sport? La mette nell’idea di una polisportiva che nasce negli ultimi anni del liceo grazie anche a un professore “motivante” e a un gruppo di coetanei incontrati per caso ad una manifestazione contro le mafie e per la legalità. «Siamo diventati un gruppo di amici – spiega – che hanno creduto nell’idea di fare in modo che più ragazzi giovani potessero avvicinarsi allo sport. E
per un certo periodo siamo anche riusciti a mettere in piedi un sistema per garantire un supporto nello studio prima degli allenamenti». Non solo basket e pallamano, la Polisportiva Sport ITC è arrivata fino a zumba e cheerleading. «Abbiamo superato i 100 iscritti ai nostri corsi, oltre ad aver portato in campo la squadra di basket e pallavolo». Infine la passione al momento più grande, quella per la radio: cominciata con una tesina alla maturità e sfociata in un incontro casuale che lo ha portato ad entrare nell’esperienza delle radio universitarie presso il suo ateneo.
«La prima cosa che mi hanno chiesto di fare è stata la redazione durante una intervista al rettore – dice – e poi un mio programma, Tell Me Why, che è durato qualche mese ed ora Highway Star, una nuova esperienza ». Fare radio per l’Università lo ha portato a fare tante esperienze e conoscere personaggi che prima per lui erano solo “miti”.
Ma soprattutto per lui significa mettersi a disposizione per portare avanti un impegno collettivo: a far sentire attraverso i suoi programmi tante voci diverse, a mettere sul piatto problemi oltre che momenti di svago. «Preferisco rimetterci di tasca mia per costruire qualcosa con il gruppo della radio – dice – piuttosto che spendere i miei risparmi andando a ballare o bere il sabato».
Intanto la vita da studente prosegue e a ottobre ci sarà la laurea triennale in ingegneria biomedica. Poi si vedrà. «Tutte queste esperienze – ammette – stanno cambiando il modo di immaginare il mio futuro». A volte il volontariato serve anche a questo.