Il quartiere ricorda il suo angelo «Sarai sempre nei nostri cuori»

«Rimarrai sempre nei nostri cuori». Via Rossini non dimentica il suo piccolo angelo Giosuè Boncordo, strappato alla vita nello schianto sull’autostrada Milano-Venezia insieme alla mamma Antonella D’Amone.

Davanti al portone della palazzina popolare di via Rossini al civico 77, dove vive la famiglia Boncordo, parenti, amici e vicini stanno lasciando spontaneamente i loro messaggi di cordoglio, in particolare per il piccolo , vittima a soli 11 anni del terribile incidente stradale nella Bergamasca di lunedì pomeriggio che è costato la vita anche alla mamma , mentre la famiglia era in gita per il mare.

«Addio Giosuè», «vi siamo vicini», «non ci sono parole», «rimarrai sempre nei nostri cuori» sono alcuni dei biglietti scritti a mano che sono comparsi ieri, appesi alla rinfusa alla piccola edicola votiva che raffigura padre Pio che gli abitanti della palazzina avevano voluto costruire in giardino, in segno di devozione. Anche perché sono ancora ricoverati in ospedale lo zio , il più grave dei superstiti dello schianto, insieme a papà Pino e al fratellone Peppe, che era alla guida della Fiat Brava che ha sbattuto come una scheggia impazzita contro il guard-rail della A4.

Le loro condizioni, stando agli ultimi bollettini medici di ieri, sarebbero stazionarie. Così, in attesa di altre notizie da Bergamo, i parenti si stringono attorno alla disperazione dei nonni materni , che mai avrebbe pensato di dover dire addio al nipotino adorato che portava il suo nome, e , già scossi dalla perdita di altri due figli in passato, entrambi morti in circostanze tragiche.

Nella loro abitazione di Castellanza attendono di sapere quando potranno riportare a casa le salme dei loro cari Antonella e Giosuè e quando potranno riabbracciare Pino, Peppe e Giovanni: i medici stanno aspettando che le condizioni degli altri familiari si stabilizzino, prima di metterli di fronte alle questioni burocratiche.

La lontananza rende ancor più struggente l’angoscia di questi giorni per chi conosce questa famiglia sfortunata. Tra i vicini di casa dei Boncordo in via Rossini c’è anche un’inserviente della scuola materna Rodari del Redentore, che «ha visto crescere» sia Giosuè che Giuseppe, ed è doppiamente sconvolta dalla tragedia che ha colpito la famiglia Boncordo.

Ora il piccolo di 11 anni frequentava la quinta elementare delle scuole Marco Polo di via Azzimonti, sempre nel quartiere del Redentore, e sognava di diventare un portiere di calcio, una passione condivisa con il fratello magggiore Peppe, che aveva compiuto il suo percorso all’Ipc Verri di Busto Arsizio e lavorava come cameriere in un ristorante della zona.

«Pregheremo per tutti loro» ribadisce il parroco don , che questa sera ricorderà i defunti al rosario della chiesetta della Madonna in Veroncora in attesa che venga fissata la data dei funerali in cui Busto Arsizio potrà dare l’addio agli sfortunati madre e figlio.

© riproduzione riservata