A fine conferenza stampa il presidente del Varese Alì Zeaiter parla di una presunta bufala de “La Provincia di Varese”. Ecco le sue parole.
«Avete messo sul giornale che il console onorario è un semplice operaio. Prima di scrivere cose non vere, tenete conto che abbiamo certificato che questo è console onorario effettivo dell’ambasciata irachena. Ha chiamato l’ambasciata irachena, noi abbiamo qui un documento timbrato e firmato da loro (che comunque certifica che Alì Al Rubeai non è console onorario, ndr). Non è bello né per noi né per voi né per l’ambasciata irachena scrivere un articolo non vero. Non è bello per noi come Varese che stiamo pensando di andare nei loro paesi, in Libano ed in Iraq a fare una tournée. Con questi articoli portate meno fiducia. Dobbiamo verificare bene le cose, la situazione è già critica e sensibile, vogliamo un aiuto da parte dei giornalisti. Noi non abbiamo nulla contro la Provincia. La prossima volta mettetevi in contatto con noi prima di pubblicare certe cose. Qual è lo scopo? Si vuole dire che questa società è poco credibile?».
Il dg Giuseppe D’Aniello ha aggiunto: «Se la cosa fosse anche vera: lo scopo qual è? A che serve dire che non era il console? La polemica qual è? Che sia console o vice console cambia poco, se però si vuole scatenare il gossip a tutti i costi…»
Dopo la dichiarazione del presidente è stata mostrata una lettera dell’ambasciata irachena a firma del console Mohmmed S.S. AlSharafi. In questa lettera si confermano i rapporti tra l’ambasciata e il signor Alì Al Rubeai, precisando che quest’ultimo è un cittadino iracheno di stimata professionalità e uomo di fiducia che gestisce importanti affari e missioni in Italia. Che non è un operaio e che verrà a breve nominato console onorario in Italia.
“La Provincia” ha scritto che Alì Al Rubeai non è console onorario iracheno, e lo conferma (anche il documento dell’ambasciata lo certifica). Quando e se diventerà davvero console onorario, allora anche noi non avremo remore nel definirlo con questa qualifica.
Quanto al fatto che non sia un operaio, prendiamo atto della precisazione ma non vediamo quale diffamazione possa esserci. Anzi, dare dell’operaio a qualcuno non è certo un insulto.