Da giudicare come solista, non come giocatore, perché il secondo – ovvero un’entità che vive all’interno di una squadra – non ha ancora ovviamente avuto il modo di esprimersi. Buttato subito nella mischia, fa capire che i punti nelle mani sono un bagaglio che non gli manca, così come la perizia balistica, la capacità di invenzione e la voglia di sbattersi in difesa.
Venti minuti con uno dei migliori “plus-minus” della squadra. Insomma: quando c’è, almeno in difesa (bravo a uscire in punta anche sulla zona), si fa sentire. In attacco i compagni non lo trovano in mezzo all’area e, onestamente, nemmeno lo cercano. E lui, come sempre, si intristisce.
In campo c’è un elemento che si trascina, che non punge, che ci prova un paio di volte ma sbatte contro un muro. Undici minuti di nulla: stava male ed è come se non avesse giocato. Senza di lui, pare evidente anche ai paninari fuori dal PalA2A, è notte fonda.
Prova ad essere giudizioso, dovendo assumersi i compiti di regia in contumacia Maynor e Bulleri. Ma è come chiedere a un tenore di cantare a voce bassa: per inesperienza e mancanza di malizia si perde, non riuscendo a far suonare l’orchestra né a colpire con i soliti acuti.
Minutaggio sostanzioso, voglia sempre alta, salti da Bubka: gli errori, però, sono troppi. In attacco, dove dimostra ad ogni azione i suoi attuali limiti nel gioco spalle a canestro e in difesa, nonostante la protezione della zona.
E il settimo giorno (in realtà è il terzo, ma non sottilizziamo…) anche il Bullo si riposò…
Venti primi senza lasciare traccia, impotente – come i compagni – sia davanti che dietro.
I rimbalzi, a volte, li perde “di età”, nel senso che se avesse qualche anno in meno sarebbero suoi. Anche il lottatore estone può poco: 13 minuti sul parquet di dovere, non certo di piacere.
Si merita un bel voto, nonostante la sconfitta. Che sorpresa, Matteo: entra senza paura, si conquista falli, non sbaglia i “piazzati”, lotta. A sapere di aver in panchina uno così…
L’atteggiamento di Giancarlo è da diluire in parole e da scrivere nei libri di scuola: aggressivo, determinato, convinto. Gli errori da lui commessi, anche stavolta, sono però troppi. Cicca tiri che dovrebbe mettere, sia lontano che vicino a canestro.
Giornata di “riposo”, in tutti i sensi.
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