«Rispetto. Ma noi siamo il Varese»

Francesco Viscomi, anima biancorossa: «Questa maglia va onorata. E chi entra in famiglia deve impararlo»

Francesco Viscomi è uno dei condottieri di questo Varese, fin dalla sua rifondazione. Un giocatore che ha legato il suo nome, indissolubilmente, ai colori del Varese. Idolo dei tifosi, non tira mai indietro la gamba, non abbassa mai la testa. Sempre il primo a mettersi l’elmetto quando c’è da far la guerra (sportivamente parlando), sempre il primo a metterci la faccia quando serve. Se il Varese ha un gruppo, un’anima ed uno spirito, è anche grazie a giocatori come lui, che quando vanno in panchina piantano il muso perché vogliono giocare e dare il loro contributo. Prima dell’ultima partita del 2016, è d’obbligo parlare con lui.

Noi siamo un gruppo di lavoratori affamati, che non si accontenta mai. Siamo usciti dalla partita di domenica amareggiati e delusi per non aver portato a casa i tre punti. Il mister ci ha rincuorato, sa che la strada è ancora lunga e soprattutto che serve lavorare tanto. Ripeto, siamo un bel gruppo che lavora al massimo, che si trova bene sia in campo che fuori, e credo che questa sia una cosa fondamentale. Attraversiamo, secondo me, un momento molto positivo da quando c’è mister Baiano, siamo più quadrati e soprattutto ci ha dato coscienza delle nostre qualità. Sappiamo di portare sulle spalle una maglietta che va onorata, il mister ce lo ricorda sempre e ci sprona a dare il massimo. L’obiettivo lo conosciamo tutti ed è vincere il campionato.

Chi viene nel nostro gruppo e nella nostra famiglia è sempre ben accetto purché abbia in testa il nostro obiettivo. Chi viene qua sa benissimo che arriva in una piazza che appartiene a tante persone, la gente ti dimostra sempre affetto e ti aiuta in campo a dare il 110%. Noi dobbiamo dare il massimo sputando sangue ogni domenica, la società sta facendo di tutto per far sì che ciò avvenga. Ho avuto modo di parlare con tutti e tre: si sono integrati bene nel gruppo e ci daranno un grande contributo.

Sì, è l’ultima partita dell’andata e noi abbiamo in testa solo i tre punti che dobbiamo fare contro il Verbania, per chiudere in bellezza, magari sfruttando anche lo scontro diretto tra Caronnese e Chieri. Inevitabilmente la classifica si muoverà ed è inutile nascondersi, noi vogliamo tornare primi e vogliamo chiudere l’anno in testa. Perché è stato un anno fantastico, ricco di emozioni, i primi cinque mesi riempiti dalla cavalcata della stagione scorsa, che non potrò mai dimenticare, è stato qualcosa di incredibile. A tutti può essere sembrato facile, non è mai semplice vincere e soprattutto non lo è per come lo abbiamo fatto noi. Purtroppo questa mia stagione non è iniziata al meglio, ho avuto un infortunio a Cuneo, e nei due mesi successivi non sono mai riuscito ad esprimermi al 100%, rientravo e mi tornava il fastidio. Ora, per fortuna, sono tornato al meglio della condizione.

Sono una persona molto diretta perciò lo dico sinceramente: noi ci chiamiamo Varese, il mister ci prepara ogni partita al massimo, che sia contro l’ultima o contro la prima in classifica. Noi arriviamo alla partita sempre alla stessa maniera, preparandoci al meglio. Io ho il massimo rispetto di tutte le avversarie, e con la massima umiltà dico che non dobbiamo guardare in faccia a nessuno. Senza voler essere presuntuoso, pensiamo a vincere le nostre partite e poi magari guardiamo gli altri.

Da quando sono a Varese ne ho fatti nove, ma potevo farne di più. Il gol sbagliato contro la Bustese ancora me lo sogno. Quello contro il Gozzano è stato molto importante, se l’avesse fatto chiunque altro sarei stato altrettanto felice. Noi sfruttiamo sempre al massimo le palle inattive, perché abbiamo una fisicità importante. Sono gol che non arrivano a caso, perché il lavoro che facciamo in allenamento paga sempre.