I numeri aiutano a capire, fare scelte, stilare progetti. Il girone d’andata passato ai raggi x dal nostro Alberto Coriele traccia in modo chiaro i punti di forza e quelli su cui ancora c’è da lavorare per costruire la casa dei sogni biancorossi. Le fondamenta del palazzo, che a maggio vuole arrivare a essere il grattacielo più alto del campionato, sono forti, solide, sicure. Pissardo e Ferri (al cui fianco si è aggiunto un grande Viscomi, partito in sordina e diventato col passare delle giornate un muro sempre più spesso) sono due fuoriclasse: averli come muri portanti è una fortuna (e un merito: perché Ferri e Pissardo non accettano la serie D a meno che tu non sia il Varese). Fondamenta che, giornata dopo giornata, hanno aggiunto cemento sulle fasce, dove i terzini under – Talarico in primis, Granzotto e Bonanni a turno – hanno aumentato la loro solidità e quella della squadra. Per continuare a salire bisogna ora costruire piani superiori sempre più forti. A partire dal centrocampo, vero cruccio dell’ingegner Baiano: il mister non ha abbandonato l’idea di un centrocampo a 3, è chiaro. E ha fatto bene: perché credere in quello che si vuole non può che portare bene; e avere una soluzione
aggiuntiva non è certo male. Centrocampo a 3 che si è finalmente rivisto nel finale contro il Verbania, dimostrando quello che può fare: permettere a Bottone (e Calzi) di dare maggior equilibrio e dirigere le operazioni sganciando i mastini Gazo e Vingiano in pressing, per recuperare palloni utili e accorciare, ma soprattutto, alzare la squadra. Sulle ali c’è abbondanza e competizione: Rolando è cresciuto, Becchio è una certezza, Innocenti ha dimostrato con l’assist (erroneamente attribuito nelle pagelle di ieri a Rolando: il voto non sarebbe comunque cambiato) dell’1-0 di avere piedi buoni ma di aver bisogno di molto lavoro per dire la sua, Lercara è presto per darlo per finito. Se la struttura diventerà così solida, in cima al grattacielo si potrà costruire un lussuoso attico. Attico di cui lo Scapini degli ultimi mesi, se non ritrova grinta, fame e (di conseguenza) gol, non può permettersi l’affitto: altrimenti al suo posto deve entrare un altro inquilino di maggiori possibilità (e abitudini…) economiche. Senza poi dimenticare Piraccini e Moretti, che scalpitano per entrare a conviverci. Attico di cui Giovio possiede la chiave. E nel suo mazzo, statene certi, c’è anche quella che aprirà le porte del paradiso…