«Né una stravaganza e neppure una moda Musica è originalità»

Alla maniera italiana”, perché gli italiani governavano il sogno delle capitali europee e di chi, nato lontano dal sole, cercava nella musica la dolce “pazzia”. L’ensemble “Estro cromatico” – protagonista del concerto di domenica, alle 20.30, nel Salone delle Scuderie di Mustonate (ingresso libero) per “Suoni d’autunno” – coltiva dal 1999, anno della sua fondazione, un repertorio interamente dedicato al Sei e Settecento.

Marco Scorticati, al flauto dolce e direzione, coordina il gruppo composto da Lathika Vithanage al violino, Michela Gardini al violoncello e Davide Pozzi al clavicembalo. Con una certezza: «Gli italiani hanno sempre fatto scuola».


Noi flautisti non siamo il “brutto anatroccolo” della musica, glielo assicuro. Tutti i musicisti con i quali suono (dall’Accademia Bizantina al Giardino Armonico) considerano il flauto al pari di un violino. Nel Sei e Settecento, addirittura, i compositori pensavano che il flauto potesse rappresentare contemporaneamente l’amore e la morte. Comunque, ho iniziato a studiare il flauto all’asilo, e da allora non ho mai smesso. Dipende sempre da chi suona e da chi, o cosa, si ascolta nella vita: è un fatto di cultura e sensibilità.


L’una e le altre non si escludono, anzi. Pensi ad un “allegro fiammeggiante”: non si può non cambiare d’umore e non si può non raccontare, attraverso il virtuosismo, tutta la passione di cui si è capaci. Quello che non mi piace ascoltare è il “virtuosone” di turno che suona veloce ma tutto uguale. Il difficile è essere vari, perché più hai idee musicali e più scopri cose nuove che richiedono conoscenze tecniche diverse. Il virtuosismo è lo zen in musica.

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