Varese “freddo”, Scapini alla Pro

Via un pezzo di cuore - Il vertice biancorosso tentenna e “costringe” l’ex ds ad accettare l’offerta dei tigrotti

Giorgio Scapini lascia il Varese, piuttosto freddo nei suoi confronti, e cede alla corte della Pro Patria. Detta così, vista attraverso lenti biancorosse, è una specie di abominio. Poi, però, se si va a capire perché e se si conosce la storia di Scapini, non è l’obbrobrio che la notizia lascerebbe intendere. Certo, non nascondiamocelo, fa comunque uno strano effetto. La storia in breve: due anni fa – nella faida societaria che accompagnò la salvezza in B del club ai playout e che fece da preludio alla disastrosa stagione successiva – Scapini fu mollato dal Varese e in particolare da Enzo Montemurro dopo vent’anni da responsabile del vivaio.Ne seguì un anno a riposo, passato a guardare e guardarsi in giro. Fino all’estate scorsa, quando Scapini fu richiamato dal ri-nascente club biancorosso pronto a ripartire dall’Eccellenza. Scapini, che pur tornando responsabile del settore giovanile, divenne direttore sportivo, contribuendo in modo sostanzioso alla costruzione della rosa della prima squadra (Giovio, per dire, fu convinto da lui e da una parolina di Sean Sogliano), che avrebbe poi stravinto il campionato.A fine stagione, roba di pochi giorni fa, le tessere degli assetti societari – in preda a fibrillazione da chiusura di un capitolo – sono andate pian piano al loro posto. In ragione dei rapporti di forza interni, direttore sportivo è diventato Alessandro Merlin, arrivato in società a febbraio come consulente di mercato proprio in affiancamento a Scapini. Che sarebbe dovuto tornare, questa era la proposta del club, solo ed esclusivamente capo del vivaio biancorosso (conoscendo un minimo Scapini, non crediamo che abbia vissuto l’ipotesi come una retrocessione), pur

potendo continuare a collaborare al mercato della prima squadra nel reclutamento dei quattro under da schierare in serie D.Nel frattempo le avances da Busto sono diventate sempre più insistenti. In particolare, la proposta triennale di diventare responsabile dell’area tecnica e del settore giovanile tigrotto – con accesso privilegiato ad Asmini e Turotti, i nuovi deus ex machina del club biancoblu – è diventata ora dopo ora sempre più concreta. Fino ai saluti al Varese, per la seconda volta nel giro di due anni. Sarebbe bastato poco o nulla per evitarli: una parte del vertice biancorosso (quattro i soci: Ciavarrella, Galparoli, Rosa e Basile), non avrebbe accettato, se non in parte e con freddezza, il piano di azione (investimenti compresi) proposto per il vivaio da Scapini. Che quindi è stato quasi “costretto” a compiere un’altra scelta. Per Scapini è una specie di ritorno alle origini, visto che a Busto fece l’allenatore del vivaio nei primi anni ’80. Ma è e resterà un uomo biancorosso, garantito al 100%. Nessuna porta sbattuta, solo la ricerca di un’altra avventura da parte di uno che ha capito che, anche se il Varese è tutto, c’è vita perfino lontano da Masnago.«Non resto a dispetto di tutto e di tutti – il suo saluto – ringrazio il Varese e soprattutto i tifosi perché mi hanno sempre fatto sentire ciò che sono: uno di loro. Sarebbe bastato davvero poco perché io rimanessi ma è andata così, non ho avuto la possibilità di farlo. Ringrazio chi continua a credere in me, mi considera e mi vuole per ciò che sono». Buona fortuna, Giorgio Scapini.