«C’è un solo modo di stregare Varese: metterci la faccia»

Intervista a Massimo Ferraiuolo, ex giocatore e oggi team manager della Pallacanestro Varese, in occasione dei suoi primi 50 anni

Moglie (Stefania) e figlia (Martina) gli hanno teso un tranello: con la collaborazione dello staff dell’ultima Varese lo hanno tenuto lontano da casa per tutto il giorno, per poi fargli trovare – alla sera – la festa più bella e desiderabile. C’era Meo Sacchetti, c’era Joe Isaac, c’era Sandro Galleani, c’erano tutti coloro che vogliono bene a Max Ferraiuolo, un “ometto” di cinquant’anni ormai.


Sono entrambi positivi e parto proprio da ciò che mi ha riservato la giornata di sabato: ho avuto dei riscontri che mi hanno commosso. È normale ricevere auguri e complimenti in certe occasioni, ma l’affetto di chi mi è stato vicino, di chi si è fatto tanti chilometri solo per stare con me, mi fa capire che sotto il primo punto di vista ci siamo proprio.


Ho sempre pensato che la ricerca del rapporto umano nelle situazioni di condivisione del lavoro fosse una carta vincente. Anche qui: tutti i messaggi che mi sono arrivati nel giorno del mio compleanno mi confermano la buona strada compiuta.


Sono tanti: ma, visto il rapporto che si è instaurato con lui, dico quelli di Gianmarco Pozzecco. Essendo in partenza per gli Stati Uniti non ha potuto essere presente ai miei festeggiamenti, ma mi ha mandato un messaggio che mi ha toccato molto. Recentemente aveva affermato di considerarmi “il Michael Jordan dei team manager”: sabato ha scritto che sarò il Michael Jordan di qualsiasi cosa voglia fare nella vita.


Ecco: quello che ho ottenuto dal punto di vista lavorativo non vale quasi nulla davanti a cose del genere. E credo che tali complimenti derivino anche da un altro mio cavallo di battaglia: non mi nascondo davanti a niente. Alla lunga un atteggiamento del genere paga.


Con tutto lo staff si è creato un sentimento talmente profondo che ritengo possa restare negli anni. Nei momenti difficili, e l’ultimo anno non è stato semplice, ti accorgi di quanto siano importanti i valori umani delle persone: al di là della professionalità, sono quelli che fanno la differenza e sono tesori personali che ti porti dentro. Per questo ringrazio e saluto tutti, da Gianmarco ad Attilio Caja, senza distinzione.