«Ho vinto grazie alle mie “non-promesse”. Ora subito al lavoro». Non ha chiuso occhio un minuto, Emanuele Antonelli, nuovo sindaco di Busto Arsizio al termine di una lunghissima maratona elettorale in sala consiliare. Poco dopo le 4 del mattino, sul filo del 50% con ancora qualche manciata di sezioni da scrutinare, è sceso al bar Regina dal suo fidato Pino, per fare colazione. «Sentivo già che stavo per farcela, perché pur essendoci ancora un margine che ballava, sapevo che in molte delle sezioni che mancavano ero andato bene».
Non ho nemmeno dormito. Sono andato a casa, ho fatto la doccia e sono uscito, perché era impossibile dormire. Dalle 7 in poi è stato un continuo: telefonate, messaggi, interviste.
Avevo paura di non passare al primo turno, anche se sapevo che stavo andando bene. Sono contento. Anche di trovarmi di fronte un’opposizione fatta di persone competenti, con cui sarà possibile avere un dialogo e un rapporto costruttivo. Cosa che con una parte dell’opposizione disfattista che c’è stata in questi anni non sarebbe stata possibile.
Ci siamo scambiati dei messaggi. Lo ringrazio, come gli altri candidati, per la campagna corretta, al di là di qualche sfottò sui social network».
È una decisione che deve prendere lui, mi auguro che faccia la scelta migliore per lui. Se rimane sono contentissimo, perché è una persona intelligente, con cui si potrà lavorare insieme».
Devo ringraziarlo per il lavoro che ha fatto. Le preferenze dimostrano come abbia seminato bene. E poi, pur essendo sindaco uscente dopo dieci anni, ha messo più voglia di tutti nella campagna elettorale».
Vedevo che dove andavo e dove parlavo, le persone credevano nelle non-promesse che ho fatto, perché l’unica promessa è stata quella di lavorare e impegnarmi per la città. Nella serata di ieri è stata incerta fino alla fine, non nella distanza, ma quel mezzo punto in più e in meno che faceva la differenza sul vincere o meno al primo turno. Se devo essere sincero, con tutto il lavoro fatto, non avrei voluto fare altre due settimane di campagna elettorale. Così ora posso usare questi quindici giorni per poter iniziare a lavorare».
La priorità sarà la prima cosa che riesco a fare. Ce ne sono tante a cui in campagna elettorale ho detto che intendo dare risposte. Per ora ho fissato i primi appuntamenti con i dirigenti, oggi chiamerò i segretari di partito per capire i nomi che mi metteranno a disposizione. Ci tengo a mettere a punto la giunta nel più breve tempo possibile».
Sì, ma i cittadini non se ne accorgeranno. Perché per i cittadini ci sarò sempre. Dovrò lavorare di più.
I miei due figli, che ci hanno messo l’anima. Mio padre, che ci ha creduto sempre. Mio fratello. E poi i “miei”: Orazio Tallarida, Paola Magugliani e Claudia Cozzi, che sono i principali artefici di questa vittoria.