I prati e i vecchi amici

Ieri il viaggio con la società nella località che ospiterà il ritiro biancorosso alla fine del mese prossimo

Questi posti non hanno mezze misure: o li ami, oppure non li sopporti. Duri, selvaggi, non ancora montagna ma già non più lago, il grigio delle rocce e il verde dei prati che sembrano rincorrersi e il rumore incessante del fiume che scorre mugugnando. La Pallacanestro Varese verrà qui, tra i crotti e i sentieri di Chiavenna, a passare una settimana per buttare giù le fondamenta di quello che dovrà diventare un

gruppo di uomini prima che una squadra di basket. Ritiro estivo, dal 21 al 28 agosto, quando coach Moretti avrà tutti i suoi giocatori a disposizione e la stagione non sembrerà più così lontana come appare oggi. Ieri siamo andati a dare un’occhiata ai luoghi che accompagneranno gli allenamenti di Cavaliero e compagni, in una giornata che è servita a riprendere confidenza con le cose di basket, dopo troppo tempo passato lontano.

Claudio Coldebella, nella sua carriera, di ritiri estivi ne ha fatti tanti: «E ripensavo proprio a questo, nella strada che ci portava quassù – ha detto il direttore generale biancorosso -: ai tanti ritiri fatti da giocatore. Una volta si diceva che bisognava venire in montagna perché c’era fresco e ci si ossigenava, invece la realtà è diversa: non è importante dove si va, l’importante è andare. Questi giorni passati insieme sono fondamentali perché è qui che si mettono le basi per costruire un gruppo. Il basket di oggi ci obbliga a cambiare molto le squadre, e spesso ci si ritrova a inizio anno con dei giocatori che non si conoscono: stare insieme, lontani dalla città, è importantissimo. Uno dei primi argomenti che ho voluto affrontare appena arrivato a Varese è stato proprio questo: il ritiro». E Chiavenna sembra fatta apposta per mettere a loro agio i biancorossi (e non solo: qui verranno in ritiro pure Cantù e la Unendo Yamamay di volley): «Qui – continua Coldebella – ci sono le strutture, c’è un albergo che già conosciamo e che sappiamo essere attento alle nostre esigenze particolarissime, ma soprattutto c’è l’ospitalità della gente: siamo felici di tornare qui, tra qualche settimana».
Ad ascoltarlo, annuendo, c’è Fabrizio Fiorini: l’amministratore delegato biancorosso sfoggia una maglietta del Basket Chiavenna «Ma – dice – non è una ruffianata: mi è stata regalata durante il ritiro dello scorso anno e ho voluto indossarla oggi, a testimonianza del legame particolare che si è creato tra Varese e Chiavenna. Sarà bello tornare qui, ritrovare amici che ci aspettano: e speriamo che questo ritiro ci porti bene per la stagione sportiva: venire qui non è soltanto un momento sportivo, ma è anche un gesto di cordialità nei confronti di chi è sempre stato gentile e ospitale con noi».

A proposito: qui, si mangia benissimo. Se lo segnino i tifosi che stanno pensando di fare un giro quassù durante la settimana di ritiro. Noi, ne sappiamo qualcosa: dopo la presentazione del ritiro il gruppo ha messo le gambe sotto il tavolo del Crotto Belvedere (da provare, signori). Gnocchetti alla chiavennasca che sono un attentato al colesterolo ma non smetteresti mai di mangiarne, polenta taragna macinata grossa e navigante in burro e formaggio, un “misto piota” fatto di salsicce e costine, gli immancabili “Biscotin” di Prosto. Ad annaffiare il tutto, vino rosso di quelli che si bevono in quei bicchieri spessi da osteria e hanno il sapore delle storie in dialetto raccontate dal nonno. A tavola si è parlato: di giocatori e squadre, di nazionali che falliscono e di speranze, di voglia di sentire il pallone che rimbalza per terra. E soprattutto si è fatto un brindisi: in alto i calici per la Pallacanestro Varese. Per una stagione in cui arrivino vittorie a farci sorridere e sconfitte a insegnarci qualcosa, per una stagione che ci permetterà di trovarci ancora, alla fine, a brindare per qualcosa di bello. Per un viaggio fatto insieme e iniziato, ieri, tra i monti della Val Chiavenna.