«Questa corsa è la più bella»

Stefano Garzelli, l’ultimo varesino a vincere nel 2006: «Pedalare sulle nostre strade è qualcosa di unico »

Chiamatelo mister Tre Valli Varesine, e nessuno si offenderà. Stefano Garzelli è un varesotto di Besano, e ha sempre sentito questa corsa come sua. Non ne ha mai fatto mistero, ed infatti alla Tre Valli ci è legato in maniera particolare.

Ne ha vinte due consecutive, nel 2005 e nel 2006, quando il traguardo era a Campione d’Italia. E sempre alla Tre Valli, nel 2013, ha salutato la bicicletta. E’ sceso di sella ed è salito in ammiraglia prima ed in cabina di commento poi. Lui ha realizzato quella frase che dice che se giochi in casa dai il doppio. Ha vinto un Giro nel 2000, la vittoria di una carriera, ma sul podio ci sono anche le due gare vinte sotto casa, davanti alla sua gente. Oggi Stefano ci sarà, nella sua nuova veste di commentatore per Rai Sport. Perché per uno come lui, star lontano da Varese in un giorno come questo è davvero dura: «La Tre Valli Varesine è una corsa che ha un significato particolare per me. Oltre ad averla vinta due volte, in due edizioni a me particolarmente care, l’ho sempre sentita come una corsa diversa dalle altre, un evento che capita una volta all’anno e che non avrei voluto saltare. In fin dei conti la corsa di casa ha sempre un sapore diverso, più bello».
Se già correrla è un’emozione, vincerla è davvero l’apoteosi: «Per un varesino come me, vincere la Tre Valli è il massimo a cui si possa ambire. Poi io ho vinto le due edizioni che si sono concluse a Campione d’Italia, ed hanno avuto un significato ancora più profondo. A Campione, infatti, è nata e cresciuta mia mamma, quindi riuscire ad impormi su quel traguardo è stato ancora più bello ed intenso. Più di così non avrei potuto chiedere». Tre varesini come lui saranno oggi ai nastri di partenza: i giovani Luca Chirico, Eugenio Alafaci ed Edward Ravasi.

Da ex corridore, ecco i consigli che Stefano vuole dare alle tre nuove leve del ciclismo locale: «Devono assolutamente vivere al meglio questa corsa, devono sentirsela sulla pelle. Devono sentire una pressione positiva, perché avranno amici e parenti sul percorso. Proprio per questo sono sicuro che tutti loro daranno il 101%, perché lo facevo anche io. Quando corri sulle strade che conosci, ti vorresti scatenare. Sai che tutto vale doppio, risultato, emozioni, ricordi. Alafaci è un grande lavoratore, sempre al servizio della squadra. Ha dimostrato di andar forte. Chirico invece è un mezzo besanese come me, e questo è un percorso adatto a lui. Ha grossi margini di miglioramento, è un buon scalatore». L’emozione di correre in casa a volte però può sortire l’effetto contrario e tagliarti le

gambe: «Come ne ho vinte due, ne ho buttate al vento altrettante proprio per la voglia di strafare davanti al pubblico di casa. L’emozione tante volte mi ha portato a sbagliare, e magari può capitare anche a loro. Però si divertiranno, questo è poco ma sicuro». Il percorso di questa 95esima edizione piace molto a Garzelli: «Sarà una Tre Valli molto dura, il percorso è bello e i nove giri finali con Montello e Bobbiate si faranno sentire eccome. Un percorso del genere tiene il gruppo tirato per tutto il tempo, c’è poco respiro. Poi la corsa la fanno i corridori, ma sarà importante vedere se andrà via la fuga nel tratto pianeggiante all’inizio. E’ comunque una Tre Valli che si preannuncia tecnica e spettacolare. Ci divertiremo».

Un favorito? «La presenza di Aru e Nibali impreziosisce la corsa, credo che si possano considerare entrambi candidati alla vittoria. Non scarterei anche l’ipotesi Bonifazio, che è giovane e non ha paura di nulla. Penso che possano fare bene anche due corridori come Pinot e Schleck. Questa collocazione in calendario, prima del Lombardia, favorisce molto la presenza di campioni e la corsa ne trae giovamento. I reduci dal Mondiale potranno pagare un po’ di fatica, ma daranno battaglia».