Ale e Franz sul palco a Saronno Improvvisazione che conquista

Per Ale e Franz al teatro Giuditta Pasta di Saronno è sold out. Il duo milanese si conquista di diritto l’affetto e la stima dei saronnesi con uno spettacolo tutto in divenire per il quale i biglietti sono esauriti.

“Lavori in corso”, scritto da Ale & Franz e Antonio De Santis e diretto da Alberto Ferrari, sarà in scena al teatro di via Primo Maggio a Saronno stasera alle 21, ed è proprio un work in progress.

«Caspita, siamo molto contenti del risultato del botteghino di Saronno – dice Ale, al secolo Alessandro Besentini – Siamo all’inizio di questa esperienza: abbiamo fatto una ventina di date, ce ne mancano ancora una dozzina, poi faremo una ripresa più avanti. C’è grande soddisfazione per questa che è una modalità nuova per noi: ogni sera aggiungiamo o togliamo qualcosa, così per il pubblico ogni volta è uno spettacolo diverso».

“Lavori in corso”, infatti, nasce dal desiderio di sperimentare e far maturare idee e suggestioni, uscite da una prima fase di lavoro a tavolino, nella quale sono stati delineati confini e struttura. E per far vivere queste nuove situazioni, per far parlare i personaggi, per farli interagire, per dar una voce alle parole solo scritte, lasciando libero sfogo all’improvvisazione che da queste potrà scaturire, c’è bisogno inevitabilmente del palco. «Con l’ultima tournée abbiamo girato i grandi teatri in 240 repliche. Lo spettacolo con il tempo si è modificato, arrivando, secondo la nostra modesta considerazione, alla punta più alta che poteva raggiungere al termine del lungo percorso. Abbiamo ragionato su questo e abbiamo pensato di fare con quello nuovo un giro di prova nei teatri più piccoli, senza nulla voler togliere a questi, dichiarando al pubblico che non erano prove aperte, ma che in ogni caso era un work in progress. La gente è contenta e noi con il loro contributo capiamo quali cose funzionano meglio e quali meno. Abbiamo la possibilità di giocare, cambiare, modificare, sperimentare. In questo modo arriveremo pronti per i grandi teatri».

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